Dove ci sono libertà particolari non c’è libertà

GIOVANNI BIRINDELLI, 3.12.2016

(Pubblicato su: Movimento Libertario)

Secondo l’ultimo rapporto annuale di Reporters Sans Frontieres, [in relazione alla libertà di stampa] l’Italia è il fanalino di coda dell’Ue […], seguita soltanto da Cipro, Grecia e Bulgaria e preceduta da Tonga, Burkina Faso e Botswana. […] I risultati dell’ultima edizione del rapporto mettono in evidenza una situazione globale in peggioramento, con l’Europa e i Balcani in cima alla classifica di peggioramento” (lastampa.it).

Il rapporto di Reporters Sans Frontieres riguarda la libertà di stampa. La libertà di stampa è un aspetto particolare della libertà di espressione (che riguarda le persone e quello che esse dicono, disegnano, twittano o scrivono: anche e soprattutto nei confronti dell’autorità). E la libertà di espressione è un aspetto particolare della libertà (cioè del principio di non aggressione).

Personalmente, ritengo che affrontare la libertà di espressione come qualcosa che è separato dalla libertà (e quindi anche dall’assenza di imposizione fiscale, per esempio), sia dannoso a quest’ultima. E che affrontare la libertà di stampa separatamente dalla libertà di espressione sia ancora peggio.

Tutti questi particolarismi al cubo contribuiscono a far perdere di vista il fatto che la libertà è solo una. Come scriveva Hayek, dove ci sono libertà particolari non c’è la libertà. In altre parole, difendendo libertà particolari, come fanno i cosiddetti “libertari dei diritti civili”, si contribuisce ad aggredire la libertà.

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