GIOVANNI BIRINDELLI, 9.9.2017
(Pubblicazione originale: Catallaxy Institute)
Solita storia: i soldi degli altri li vanno a prendere dove ce ne sono di più. E questa maggiore estorsione la giustificano con l’obiettivo di eliminare “ingiusti vantaggi” o privilegi.
1. chiamare “vantaggio” un livello proporzionalmente minore di coercizione è già di per sé curioso: un po’ come se uno stupratore che avesse sequestrato dieci ragazze e ne stuprasse una meno delle altre, dicesse che quest’ultima gode di un ingiusto “vantaggio”, e quindi decidesse che, per ragioni di “uguaglianza”, essa deve essere stuprata di più;
2. pensare che “chi ha o guadagna di più debba pagare più tasse” sia compatibile con l’uguaglianza davanti alla Legge intesa come limite non arbitrario a ogni potere coercitivo (e quindi con l’idea di legge strutturalmente incompatibile con ogni forma di totalitarismo), è irrazionale. Infatti uguaglianza imposta di situazione materiale e uguaglianza davanti alla Legge si escludono logicamente a vicenda (dato che siamo tutti diversi sotto infiniti aspetti, a partire dalle nostre preferenze, priorità e capacità, se venissimo trattati in modo uguale finiremmo necessariamente in posizioni economiche diverse; l’unico modo per farci finire in posizioni economiche meno diverse è quello di trattarci in modo diverso);
3. non serve essere psichiatri per qualificare come follia il pensare che l’estorsione in generale, e quella progressivamente crescente in particolare, possa contribuire alla prosperità di lungo periodo e alla sua diffusione;
4. i “vantaggi”, intesi come privilegi (cioè come particolari esenzioni di qualcuno da regole a cui sono sottoposti tutti gli altri), sono quelli dello stato, non di Google, Amazon ecc.: se Google o Amazon facessero quello che fa lo stato quando tassa, i loro responsabili verrebbero arrestati dallo stato stesso per estorsione.