I fork sono belli, e possibili anche nei sistemi politici

GIOVANNI BIRINDELLI, 7.11.2017

(Pubblicazione originale: Catallaxy Institute)

A me personalmente SegWit2x non piace (soprattutto perché mi sembra favorire la centralizzazione di Bitcoin e indebolire la sua resistenza alla censura, che vedo come la sua anima); e non mi piace affatto il modo in cui questo fork è stato pianificato e verrà fatto (i tempi di attuazione troppo stretti e soprattutto l’assenza di replay protection sembrano violare regole non scritte il cui rispetto, dal mio punto di vista di non esperto, fa parte della condotta da gentleman nel campo delle crittovalute).

Tuttavia, il concetto di fork (“fork off and do your thing”: separati e fai la tua cosa, senza rompere le balle agli altri) lo trovo meraviglioso. Meraviglioso come una cosa assolutamente normale di cui, assuefatti a forme di collettivismo sempre più estreme, ci eravamo dimenticati o che pensavamo non fosse più possibile (soprattutto nel settore del denaro).

“I fork […] possono essere una benedizione sotto mentite spoglie. La ragione è che i fork potenzialmente rappresentano una benvenuta innovazione nel modo in cui le persone possono risolvere le loro differenze. Detto semplicemente, i fork offrono la possibilità di uscire (“exit”). Danno alle minoranze dissidenti una terza opzione oltre a quella di cercare di cambiare l’idea della maggioranza o di adattarsi alle sue preferenze. Un fork è la forma di secessione non sanguinaria del 21mo secolo” (Marc Hochstein).

Se il meccanismo del fork fosse applicato anche nei sistemi politici, gli indipendentisti catalani potrebbero secedere dalla Spagna (e con garanzia di successo) senza prendere randellate in faccia, essere arrestati ecc. E allo stesso modo i libertari (ma più in generale gli individui) potrebbero secedere dallo stato.

Oggi la stragrande maggioranza delle persone crede che sia impossibile che il meccanismo del fork possa essere applicato nei sistemi politici. Si tratta delle stesse persone che ieri ritenevano inconcepibile che il meccanismo del fork potesse essere applicato nel settore del denaro: ricordiamoci che Bitcoin stesso, in un senso più intuitivo che tecnico del termine, può essere visto come un fork del sistema monetario.

Dato che la Legge (non fiat: cioè il principio di non aggressione) e il denaro (non fiat) sono due facce della stessa medaglia (sono entrambi ordini spontanei; entrambi limiti non arbitrari al potere coercitivo di alcuni su altri), il meccanismo del fork può essere applicato nei sistemi politici per le stesse ragioni per cui ha potuto essere applicato nel settore del denaro. E questo vuol dire che, prima o poi, in un modo o in un altro, lo sarà.

Quindi c’è ragione di essere ottimisti. Cercare di convincere le persone delle idee di libertà e dei principi di base dell’economia è, nella gran parte dei casi, uno sforzo del tutto inutile (io trovo questo sforzo gratificante perché mi aiuta a imparare, a strutturare il mio pensiero, a capire quello degli altri e a entrare in contatto con persone che stimo: ma questo non cambia il fatto che nella gran parte dei casi, su un piano concreto, quello di divulgare le idee di libertà sia uno sforzo del tutto inutile). Sono sempre più convinto che, se c’è una via per la libertà, questa sia quella segnata da Bitcoin: strutture di incentivi de-ideologizzate fuori e ideologizzate (nel senso di scientificamente coerenti) dentro, basate su sistemi anonimi e non censurabili che consentano fork. Fork a non finire.

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