Con questi “liberali”, chi ha bisogno dei comunisti?

GIOVANNI BIRINDELLI, 23.6.21

Nella sezione “Economia e Finanza” del sito di Nicola Porro, curata da Leopoldo Gasbarro, c’è un articolo dello stesso Gasbarro in cui l’autore si chiede: “Perchè tutti gli allarmi [su bitcoin da parte dei governi e delle banche centrali di mezzo mondo, ndr] non sono stati lanciati in chiave preventiva? Perchè si è aspettato che il grosso rialzo del prezzo del Bitcoin [che nella recente correzione ha perso circa il 50%, ndr] “ingolosisse” un numero sempre più alto di persone?

Il problema sarebbe quindi il fatto che le banche centrali sono intervenute troppo tardi, invece del fatto che sono intervenute, e a monte del fatto che esse esistono ed esercitano un monopolio legale sul denaro. 

Questa tesi, data per scontata senza uno straccio di argomento, non mette minimamente in discussione la struttura dell’attuale sistema monetario. Essa si basa sull’accettazione acritica del monopolio legale statalista in un settore, quello del denaro, che per i suoi effetti sistemici è il più importante di tutti. In sostanza, si basa sulla superstizione ossequiosa al padrone invece che sul ragionamento.

Sulla base di un’analisi scientifica rigorosa (logicamente coerente) della questione monetaria, la Scuola Austriaca di economia dimostra come l’attuale struttura monetaria statalista (l’assenza di libero mercato nel settore del denaro) sia responsabile di gravi problemi economici (le crisi sistemiche cicliche, la povertà relativa e la bassa crescita strutturale solo per citarne alcuni) oltre che di gravi violazioni della libertà individuale. Bitcoin nasce per mettere l’individuo nelle condizioni di difendersi da questi problemi e da queste violazioni, che prima poteva solo subire.

La base teorica di bitcoin è quella della Scuola Austriaca. Per esempio, bitcoin è l’unica moneta al mondo (altcoins a parte ovviamente) a rispettare la fondamentale legge dell’economia monetaria scoperta da Mises: quella in base alla quale, a patto che sia fissa e sufficientemente divisibile, qualsiasi quantità di denaro è sempre ottimale per qualsiasi sistema economico. (Un corollario di questa legge scientifica è che le banche centrali, il cui compito è determinare la quantità di denaro ottimale da immettere nel sistema economico e quando immetterla, servono come un ombelico sul gomito. In realtà le banche centrali e il denaro fiat di stato servono: a creare crisi sistemiche cicliche e a trasferire ricchezza, per via dell’inflazione, dai creditori ai debitori – e quindi soprattutto allo stato – e dalle classi produttive a quelle parassitarie).

L’articolo prosegue con la solita litania sui “tantissimi piccoli risparmiatori”, quelli che, per intenderci, sono sistematicamente martoriati:

  1. dalla perdita di potere d’acquisto del denaro fiat prodotta dall’inflazione monetaria da parte delle banche centrali: inflazione dalla quale bitcoin nel lungo periodo mette i risparmiatori (piccoli e grandi) nelle condizioni di proteggersi;
  2. dalle crisi cicliche (p. es. 2008) che sono il prodotto diretto dell’inflazione monetaria a cui bitcoin consente di reagire.

 “Oggi saranno in tantissimi i piccoli risparmiatori ad aver pianto lacrime amare per aver perso denaro, forse tanto, su un investimento che immaginavano potesse solo crescere” prosegue l’articolo: come se il fatto di essere un “piccolo” risparmiatore esentasse dalla responsabilità (e quindi dalla libertà), oppure desse diritto a guadagni continui nel breve termine. 

Bitcoin nasce per risolvere in modo pacifico problemi economici legati al denaro e morali legati alla libertà che (tutti prodotti dallo stato) sono strutturali, profondi, complessi e immensi. Le mani deboli di chi ha un’ottica di breve e addirittura di brevissimo termine semplicemente perché non è in grado di capire questi problemi che bitcoin è stato inventato per risolvere, si meritano di perdere denaro.

Chi comprende questi problemi ha una prospettiva di talmente lungo periodo da essere non solo largamente fuori moda ma addirittura incomprensibile da parte di chi pensa di essere un uomo libero solo perché non conosce o non riesce a capire le questioni teoriche fondamentali che stanno alla base dell’invenzione di bitcoin.

L’articolo conclude: “Il Bitcoin si dichiarava fuori dal sistema? Il sistema ha dimostrato di essere in grado di distruggerlo in un attimo. Oppure no?!” No, naturalmente. Non solo perché correzioni di questa portata sono sempre state all’ordine del giorno nel caso del prezzo di bitcoin, anche durante le sue fasi di grande crescita (il numero di volte che è stato dichiarato che “bitcoin è morto” non si contano più). Soprattutto, perché il governo cinese non ha distrutto bitcoin: ha semplicemente spaventato le mani e menti deboli di cui sopra. Bitcoin continua a funzionare, a essere usato, a crescere e a migliorare come prima e anzi meglio di prima (perché con una minore zavorra di mani e menti deboli). I portafogli di lungo termine non si sono mossi, anzi. Soprattutto, bitcoin non è “fuori dal sistema” perché l’aggressione di una banca centrale, spaventando chi non ha capito la sua ragion d’essere e la sua natura, non ha influenza di breve periodo sul suo prezzo. Bitcoin è “fuori dal sistema” perché è decentralizzato, sempre più resistente alla censura, ininflazionabile, compatibile con la scienza economica (tutte cose a cui i divieti coercitivi e arbitrari del governo cinese naturalmente non hanno fatto un graffio).

Bitcoin non è nato per essere accettato dagli stati: la recente mossa della repubblica di El Savador che ha imposto bitcoin come moneta a corso legale (imposizione di cui non c’era bisogno e che anzi è contraddittoria rispetto alle premesse teoriche di bicoin) è largamente in anticipo sui tempi. Soprattutto: fino al giorno in cui entrerà nell’età adulta, Bitcoin (che è ancora nella sua infanzia) è stato inventato dando per scontato che avrebbe avuto contro gli stati e le banche centrali. Questo è l’ambiente in cui è stato progettato per crescere, non l’attuale luna di miele fra gli stati occidentali e bitcoin (che continua nonostante tutto). Bitcoin avrà successo se continuerà ad avere un impatto positivo sulla libertà e sull’economia delle persone quando la fine di questa luna di miele arriverà, non se il suo prezzo non avrà correzioni di breve periodo a seguito degli (inevitabili) attacchi da parte degli stati e delle banche centrali.

Con questi “liberali”, che bisogno c’è dei comunisti?

7 thoughts on “Con questi “liberali”, chi ha bisogno dei comunisti?

  1. NICOLA A. MASTROPIETRO July 11, 2021 / 2:36 pm

    Quanta ragione, purtroppo, nel tuo articolo Giovanni. Bellissimo ed esplicativo.
    E pensa che Porro è il simbolo dei liberali e, anzi, per qualcuno è estremista.
    Che squallore. Il comunismo ha già vinto e se così non fosse nulla di quanto accade sarebbe possibile.

      • NICOLA A. MASTROPIETRO July 15, 2021 / 10:18 am

        Si spera…. ci sarà lo scontro finale per eliminare o fare rientrare sotto il loro controllo anche Bitcoin…..e si deciderà il destino.

  2. Alessandro Colla June 24, 2021 / 8:28 am

    Se un quadro d’autore viene oggi valutato centomila dollari e domani cinquantamila a seguito di una scoperta di una copia dello stesso autore, questo non significa che il valore artistico di quel quadro sia scadente. Né che il primo compratore possieda una crosta. Se un maggiordomo efficiente viene assassinato da un sicario del partito comunista cinese (ecco a cosa servono i comunisti in presenza dei finti liberali), ciò non significa che l’operato del domestico sia stato scadente quando era in vita. Se una vettura da centomila dollari viene abbandonata e svenduta dal primo acquirente perché il governo cinese ha mandato avanti la bufala secondo la quale il rivestimento dei sedili sarebbe formato da tessuto cutaneo umano, questo non vuol dire che le prestazioni della vettura siano scadenti; né che la stessa non vada utilizzata su strada. Piuttosto andrebbe denunciato il signor Xi Jin Ping per calunnia e procurato allarme. I primi romantici si definivano, attraverso il concetto dello sturm und drang, fuori dal sistema. Il successivo breve ritorno neoclassico nei gusti del pubblico, significò forse che letteratura e arte romantica dovessero essere considerate di scarso valore? Ci fu qualche critico che si espresse in questo modo? Fu il romanticismo distrutto in un attimo? Sono domande che gli pseudoliberali non si pongono e si distinguono dai comunisti solo perché questi ultimi non sono in grado di porsele. Del resto, come si può definire liberale chi invoca l’intervento delle banche centrali o quello dello stato? Vorrà dire che il prossimo dicembre mi… Porrò a maggiore distanza dalla festa di san… Nicola. E da suo sito in stile a metà tra Leopolda e cardinal Gasbarro.

  3. diego June 23, 2021 / 11:16 pm

    Ottimo articolo, come sempre. Mi permetto solo di segnalare che personalmente, a seguito di ricerche effettuate recentemente, sto migrando da Bitcoin verso Monero. Quest’ultima, pur non essendo la prima criptovaluta, è comunque in circolazione dal 2014 e presenta delle caratteristiche che ritengo migliorative rispetto a Bitcoin (surveillance Coin), già nel layer 1. Totalmente privata (impossibilità di conoscere indirizzi di invio e di ricezione e ammontare trasferito), scalabilità, basse fees è piena fungibilità. Mi permetto quindi di consigliare una verifica di quanto ho scritto, così da portare più persone a conoscenza di questa moneta (Monero in Esperanto) e magari favorirne l’adozione tra le persone libere. Come detto dal professor Colombatto in una recente intervista con Leonardo Facco, se l’euro è ancora in circolazione, la colpa è nostra che continuano ad usarlo.

    • Catallaxy June 23, 2021 / 11:56 pm

      Grazie del commento. Si Monero non è una shitcoin: è una moneta seria e ottima per quello che riguarda la privacy (sotto questo profilo, almeno allo stato attuale, sicuramente migliore di bitcoin nativo). Tuttavia, è più vulnerabile di bitcoin: un 51% attack costerebbe 934.000 USD all’ora per bitcoin e solo 16.300 USD all’ora per Monero. L’hashing power di Monero (e quindi la sua sicurezza) è estremamente inferiore a quello di bitcoin (si veda qui: https://www.cryptoeq.io/coreReports/monero-abridged) così come il numero di sviluppatori attivi. Il mining inoltre è estremamente concentrato rispetto a bitcoin (dominato da solo 2 mining pools che insieme contano circa il 50% del totale). Il network effect è molto inferiore e, in base alla mia esperienza, anche la user experience.
      In sostanza, un ottimo e nobile progetto che tuttavia, allo stadio attuale, è molto meno solido di bitcoin. Personalmente la vedo come una test coin: cioè un progetto su cui sviluppare e testare innovazioni serie (in questo caso relative alla privacy) per poi applicarle in bitcoin una volta che sono abbastanza solide e rodate.
      Premesso questo, adoro Monero 🙂

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