La libertà è la sovranità del principio di non aggressione.
In altre parole, è la sovranità dell’unica regola coercitiva di comportamento individuale che non viola (né presuppone o implica la violazione del) principio di uguaglianza davanti alla legge. In questo senso, il principio di non aggressione è una regola coercitiva di comportamento (o legge) non arbitraria (naturale).
Tutte le regole coercitive di comportamento che sono compatibili col principio di uguaglianza davanti alla legge (p.es. la regola che vieta di rubare, quella che vieta di stuprare, ecc.) sono casi particolari del principio di non aggressione. Questo fatto può essere dedotto logicamente a priori ma è osservabile anche empiricamente a posteriori.
Viceversa, tutte le regole coercitive di comportamento che non sono compatibili col principio di uguaglianza davanti alla legge (p.es. la regola che impone di pagare le tasse – se la persona comune facesse quello che fa lo stato quando paga le tasse sarebbe incriminata, dallo stato stesso, di estorsione – o la “legge” dello stato che impone di avere il “Green Pass” per andare al ristorante) sono violazioni del principio di non aggressione; quindi della sovranità della legge non arbitraria; quindi della libertà.
Essendo dedotto logicamente, il principio di non aggressione è non arbitrario; è valido per chiunque allo stesso modo (senza eccezioni)ì, in ogni luogo, in ogni tempo, quali che siano le conseguenze materiali del suo rispetto o della sua difesa; indipendentemente dal fatto che sia riconosciuto o rispettato; indipendentemente dalle opinioni della maggioranza; indipendentemente dal fatto che le sue violazioni siano legali.
La filosofia della libertà (o filosofia politica) è l’insieme delle diverse teorie della libertà. La scienza della libertà è la teoria della libertà vincolata dalla logica (quindi non arbitraria).
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Saluto con grande favore la bellissima iniziativa del glossario.
Giovanni ancora una volta si distingue per levatura intellettuale.
Il leghista “giorgettiano” Andrea Amata sostiene che il valore della libertà “senza una sua contestualizzazione” rappresenti “un’astrazione”. Il direttore del quotidiano che lo ospita (Franco Bechis, de IL TEMPO di Roma) afferma che la carta verde non sarebbe un sopruso. Mi viene voglia di chiedere loro cosa intendano con il verbo “contestualizzare”. Evidentemente le stesse garanzie costituzionali, sia pur limitatissime, andrebbero considerate fuori contesto. I trattati internazionali e le sentenze di Norimberga che vietano trattamenti sanitari obbligatori, sarebbero per lor signori fuori contesto. Il fatto che un’emergenza (reale o fittizia che sia) possa essere arbitrariamente e pretestuosamente utilizzata per esercitare il potere coercitivo, rende ai loro occhi decontestualizzato il concetto di libertà. Evidentemente hanno difficoltà non solo con l’idea di libertà in sé ma anche con i principii elementari della filosofia di base. Ma occorrerebbe fornire ai suddetti giornalisti una controargomentazione maggiormente analitica che a me a caldo non viene; a Lei sicuramente sì.