Bruciare alberi e fare ‘leggi’

GIOVANNI BIRINDELLI, 7.8.2017

 

“Ragusa: volontari dei Vigili del Fuoco appiccavano roghi per guadagnare soldi”.

Ora, uno sarebbe tentato di vedere questo come un problema di mele marce. E sicuramente, nel suo ambito ristretto, lo è. Tuttavia, dopo aver studiato la Scuola Austriaca di economia e la filosofia politica libertaria, diventa chiaro che questo episodio rappresenta di fatto l’attività principale dello stato moderno e dei suoi parassiti: creare problemi per poi tentare di risolverli ricevendo denaro “pubblico”, cioè estorto.

La differenza è che, nel caso specifico di cui sopra, il fuoco dopo viene effettivamente spento (anche se alcuni alberi ci metteranno decenni a ricrescere). Al contrario, la devastazione sistemica prodotta dalla macchina coercitiva statale nel lungo termine tende necessariamente a espandersi. Infatti quello che la produce è, in ultima istanza, la ‘legge’ intesa come strumento di potere coercitivo arbitrario. Questa di per sé rende il potere politico, chiunque sia a detenerlo, illimitato (in altre parole, rende il sistema politico, specie se democratico, totalitario). E la natura di un potere coercitivo illimitato è appunto espandersi. Sarebbe irrazionale pensare il contrario.

Dove ci sono libertà particolari non c’è libertà

GIOVANNI BIRINDELLI, 3.12.2016

(Pubblicato su: Movimento Libertario)

Secondo l’ultimo rapporto annuale di Reporters Sans Frontieres, [in relazione alla libertà di stampa] l’Italia è il fanalino di coda dell’Ue […], seguita soltanto da Cipro, Grecia e Bulgaria e preceduta da Tonga, Burkina Faso e Botswana. […] I risultati dell’ultima edizione del rapporto mettono in evidenza una situazione globale in peggioramento, con l’Europa e i Balcani in cima alla classifica di peggioramento” (lastampa.it). Continue reading

La differenza fra un buon capo d’azienda e un buon primo ministro

GIOVANNI BIRINDELLI, 23.8.2016

(Pubblicazione originale: Catallaxy Institute, ripreso da Movimento Libertario col titolo: “Un primo ministro o si dimette o smantella lo stato”)

La differenza fra un buon capo d’azienda e un buon primo ministro è che il primo fa mentre il secondo disfa; nel senso che il primo sviluppa il suo business, mentre il secondo smantella lo stato (quindi è una contraddizione in termini). Continue reading

Rousseau e il Movimento 5 Stelle

GIOVANNI BIRINDELLI, 29.6.2016 (Pubblicazione originale: Catallaxy Institute, Movimento Libertario)

Dal blog di Beppe Grillo:

“Gianroberto Casaleggio ci ha lasciato un bellissimo regalo. Ci ha regalato Rousseau. Un sistema operativo che ha come obiettivo quello di sviluppare degli strumenti di democrazia diretta e aiutare il Movimento 5 Stelle a crescere ancora, diventando un modello da seguire per gli altri paesi europei e non solo”.

 

Da Il contratto sociale di Jean-Jacques Rousseau:

“Ognuno di noi mette la sua persona e tutte le sue capacità in comune sotto la suprema direzione della volontà generale” [Rousseau J., 1987 [1762], The Basic Political Writings (Hackett, Cambridge), p. 148].

“La dichiarazione della volontà generale deriva dal conteggio dei voti. Laddove prevale un’opinione contraria alla mia, questo dimostra semplicemente che io mi sbagliavo” (Op. cit., p. 206). Continue reading

Il collettivismo strisciante di sedicenti ‘liberali’

GIOVANNI BIRINDELLI, 26.2.2016

(Pubblicazione originale: Catallaxy Institute, ripreso da Movimento Libertario)

È stato recentemente rilanciato con entusiasmo, anche da ambienti sinceramente favorevoli alla libertà e ostili allo statalismo, un intervento di Angelo Panebianco a proposito di Keynes vs. Scuola Austriaca / statalismo vs. libero mercato.

Ora, che Panebianco dica quello che dice non mi stupisce. Tuttavia non riesco a non stupirmi del fatto che ci sia ancora qualcuno, fra coloro che hanno letto gli autori coerentemente libertari, che confonde il collettivismo strisciante di Panebianco con una difesa del libero mercato. Continue reading

Sulla libertà di armarsi

LUCA FUSARI, 22.11.2015

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario col titolo “Una cittadinanza armata impedirebbe le stragi terroristiche”)

I recenti attentati terroristici avvenuti a Parigi nei pressi dello Stade de France, al teatro Bataclan e in alcuni locali del X° e dell’XI° arrondissement, provocanti 130 vittime, dopo quelli avvenuti ad inizio anno contro la redazione del Charlie Hebdo, rappresentano non solo il fallimento del presidente Hollande, del premier Valls, del ministro degli interni Cazeneuve o di qualche altro burocrate transalpino nel garantire l’incolumità dei propri cittadini, ma più in generale è il fallimento della concezione centralista giacobina della sicurezza quale protezione demandata dai cittadini-sudditi al Dio-Stato.

Nonostante i soldi estorti tramite tassazione, lo Stato francese (l’archetipo di tutti gli Stati contemporanei) non è stato in grado di adempiere alla sua primaria e hobbesiana funzione basilare, divenendo semmai un catalizzatore e una causa di attentati quali contraccolpi e ritorsioni dovuti alla sua politica domestica ed estera. Continue reading

Perché l’anarcocomunismo è destinato al fallimento

LUCA FUSARI, 17.1.2012

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario)

La critica da parte degli anarcocapitalisti nei confronti di una società collettivista non si limita solamente alla mera questione dell’assenza di volontà e/o di libertà d’adesione in essa. Se così fosse, tale genere di critica sarebbe valida solo nei confronti di una società collettivista statuale, creando di fatto un controsenso logico nel caso di comunità anarcosocialiste ed anarcocollettiviste, le quali manifestano un funzionamento interno differente rispetto alla pratica proposta dalla visione anarcocapitalista. Continue reading

In difesa dell’ideologia

GIOVANNI BIRINDELLI, 3.7.2015

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario)

Se al termine ‘ideologia’ si dà il significato comune, allora questa parola indica un concetto che, avendo molto di ‘politico’ e di arbitrario, è antitetico alla scienza sociale e, in particolare, a quella economica. Tuttavia, se a quel termine si dà un significato compatibile con la sua etimologia, allora ‘ideologia’ può indicare un concetto che è strettamente connesso alla scienza sociale e di cui secondo me c’è parecchio bisogno. Continue reading

Glenn Greenwald e le contraddizioni dei “civil libertarians”

GIOVANNI BIRINDELLI, 27.6.2015 (Pubblicazione originale in italiano: Movimento Libertario)

Coloro che danno valore alla privacy intesa come rispetto dei diritti di proprietà individuali, p. es. nelle proprie comunicazioni, saranno per sempre in debito con Edward Snowden. E anche coloro che oggi non danno alcun valore alla privacy sono in debito con lui. Snowden è il grande eroe del nostro tempo. In gran parte completamente da solo, ha difeso la privacy dalle sue violazioni da parte del sistema di stati più potenti della storia dell’uomo. Ha dato molto per farlo, ed era disposto a dare tutto. Continue reading

Erri De Luca, le scalate e la TAV

GIOVANNI BIRINDELLI, 30.3.2015

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario)

«Per me scalare ha il valore aggiunto di servire a niente. Nella grande officina quotidiana degli sforzi dedicati a un vantaggio, a un tornaconto, scalare è finalmente affrancato dal dovere di essere utile. Disobbedisce alla legge di mercato che prevede contropartite all’investimento, al rischio» (Erri De Luca).

Uno degli errori più comuni di coloro che parlano di economia senza sapere cosa sia è quello di assumere che un’azione che non ha un tornaconto finanziario non sia un’azione economica. Questo errore deriva a sua volta dall’inconsapevolezza che l’economia è la scienza che studia l’azione umana e quindi che qualunque azione umana è un’azione economica. Affermare che «Scalare … disobbedisce alla legge di mercato che prevede contropartite all’investimento, al rischio» è come affermare che un particolare pezzo di roccia non è soggetto, a differenza di altri, alla forza di gravità[1]. Continue reading

Della libertà di espressione (versione integrale)

GIOVANNI BIRINDELLI, 23.2.2015

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario in 5 parti: 1, 2, 3, 4, 5 )

  

Parte 1: Introduzione 

 

Un imprenditore è stato multato un milione di euro perché ha detto che «evadere non è un reato grave». Un politico è stato condannato a sei mesi di reclusione per aver detto che Giorgio Napolitano, quando era presidente della repubblica (minuscole, soprattutto in questo caso, intenzionali), era «indegno». Anche un ragazzo monzese di 24 anni è stato denunciato per vilipendio del presidente della repubblica: su un sito aveva scritto frasi del tipo «Vergogna d’Italia». Un uomo è stato multato mille euro per aver detto che l’Italia è un «paese di merda» (se lo stato applicasse una multa di mille euro a tutti quelli, me incluso, che in un solo giorno pronunciano questa esatta frase per dire che l’Italia è uno stato che viola sistematicamente la libertà e che fa tutto ciò che è umanamente possibile per ridurre in miseria i sudditi che opprime, probabilmente riuscirebbe ad azzerare all’istante, e per un solo istante, l’intero debito pubblico). Beppe Grillo è stato indagato per istigazione dei militari a disobbedire alle “leggi” (cioè, in una situazione di positivismo giuridico come quella attuale, ai comandi arbitrari dell’autorità): in una lettera aperta chiedeva ai vertici di Polizia, Carabinieri ed Esercito di non schierarsi a protezione della classe politica italiana. Leonardo Facco è stato querelato da un pubblico ufficiale per aver osato criticare i vigili urbani. Erri de Luca è stato rinviato a giudizio per istigazione a delinquere: aveva detto che «la Tav va sabotata». Questi sono solo alcuni dei casi più eclatanti del 2014 in cui delle persone sono state aggredite dallo stato per le loro parole. Chissà quante altre persone solo nell’ultimo anno sono state denunciate e/o condannate per quello che hanno detto, scritto o disegnato (in particolare contro il Dio stato, le sue agenzie e i suoi pubblici ufficiali). Continue reading

La libertà dello stato è incompatibile con la società libera

GIOVANNI BIRINDELLI, 31.12.2014

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario, qui con alcuni errata corrige.

Questo articolo riprende in forma sintetica una proposta che, insieme a molti altri temi, è stata discussa nel recente dibattito con Novello Papafava e in un recente intervento)

Le ragioni in base alle quali per i dipendenti “pubblici” dovrebbero valere regole fortemente diverse rispetto ai lavoratori del settore privato sono ovvie. Esse derivano dalla diversità del processo attraverso il quale, nei due casi, il denaro finisce nelle tasche delle persone. Continue reading