Indipendenza, denaro e credito. Un saggio di Giovanni Birindelli su moneta e libertà

CARLO LOTTIERI, 19.12.2016

(Pubblicazione originale: Switzerland Institute in Venice)

Con questo corposo articolo dal titolo «Indipendenza, denaro e credito» Giovanni Birindelli invita alla riflessione quanti in Veneto (e non solo) sono impegnati nel favorire un processo di disgregazione dello Stato nazionale italiano. In particolare, egli richiama l’attenzione sulle questioni di ordine morale e di ordine economico che sono sottese a un sistema monetario basato su una valuta fiduciaria (fiat money), senza copertura in oro e offerta in maniera monopolistica.

Quanti auspicano che la fine del nazionalismo italiano (dalla monarchia sabauda al fascismo, alla socialdemocrazia assistenziale) possa portare a un ordine basato su diritto e libertà devono evitare di ripetere gli errori del passato entro il nuovo quadro che potrebbe venire a creare.

La società veneta, allora, non ha bisogno di sostituire un monopolio monetario con un altro, ma deve invece lasciare che gli strumenti degli scambi emergano dalle libere scelte degli attori economici: i quali devono potere essere liberi di utilizzare le monete attuali (euro, dollaro, franco svizzero, ecc.), usare altri mezzi (bitcoin, oro, ecc.) e dare vita a nuove monete alternative (se esse verranno accettate dai consumatori).

Idee di legge e isolamento intellettuale nella resistenza allo stato

Intervento di Giovanni Birindelli a Interlibertarians 2016 – Lugano (Svizzera), 20.11.2016

 

Buongiorno. Vorrei ringraziare Interlibertarians per questo invito e per lo sforzo davvero straordinario che quest’anno è stato fatto nell’organizzazione di questo evento. Grazie in particolare agli amici Rivo Cortonesi, Leonardo Facco e Giorgio Fidenato. È una grande gioia per me essere qui. Il titolo del mio intervento parla di solitudine intellettuale: ecco, oggi la solitudine è la fuori, non qua dentro.

In questo intervento discuterò il tema della resistenza allo stato sul piano delle idee astratte di libertà.

Da sole, le idee non bastano a migliorare le cose. Le idee di libertà non sono mai un mezzo per resistere concretamente allo stato. Il mezzo è sempre e solo il mercato.

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“Credere nello Stato?” – Novello Papafava intervista Carlo Lottieri

Una video intervista in dieci parti di Carlo Lottieri da parte di Novello Papafava (dicembre 2011)

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http://www.swissinvenice.org/proprieta/dieci-interviste-su-credere-nello-stato-di-carlo-lottieri-a-cura-di-novello-papafava-dei-carraresi

A vietare è capace qualunque imbecille

GIOVANNI BIRINDELLI, 30.12.2015

(Pubblicazione originale: Catallaxy Institute)

“Il piano del governo per l’emergenza smog: limiti a riscaldamento e velocità delle auto”

A vietare, così come a tassare, è capace qualunque imbecille.
L’imbecille è capace di vedere la causa diretta del problema: l’automobile che emette gas di scarico. Non è capace di vederne la causa primaria: l’assenza di diritti di proprietà, in questo caso nelle strade e nell’aria. Continue reading

Elogio dei soldi in tasca o sotto il materasso quando lo stato si fa predatore

CARLO LOTTIERI, 20.10.2015

(Pubblicazione originale: Il Foglio)

La scelta del governo Renzi di alzare il limite nell’utilizzo del contante va accolta positivamente, per vari motivi.
La ragione fondamentale è che ogni ostacolo all’utilizzo delle banconote va considerato un’aggressione alla proprietà. Quando a un acquirente viene impedito di usare i propri soldi per comprare un’autovettura o un’abitazione è del tutto evidente che egli non è interamente proprietario dei risparmi di cui in teoria vorrebbe disporre. Nella sostanza c’è qualcuno – quanti legiferano e gestiscono l’apparato pubblico – che esercita un effettivo controllo su quella ricchezza.

Questi argomenti sono al centro di un recente pamphlet di Leonardo Facco intitolato “Elogio del contante”, pubblicato dal Miglioverde editore. Per Facco la vicenda del contante proibito e/o limitato in molte parti d’Europa testimonia della crisi della proprietà e, correlativamente a ciò, del diritto. E ci aiuta a comprendere come sia mutato il rapporto tra gli apparati pubblici e l’universo delle relazioni private. Continue reading