La lezione catalana sull’autodeterminazione: i princìpi generali uniscono

GIOVANNI BIRINDELLI, 23.9.2015

(Pubblicazione originale: Miglioverde)

… Un altro scenario in teoria possibile (ma in pratica altamente improbabile) è, invece, che a svolgere la funzione della zattera non sia il principio di autodeterminazione ma il processo “democratico” attraverso il quale è stata raggiunta la riva del principio di autodeterminazione. In questo scenario, il principio di autodeterminazione non potrebbe essere gettato via ma costituirebbe il solido e fertile terreno sul quale il sistema sociale ed economico cambierebbe spontaneamente forma, allontanandosi dalla società collettivista e quindi totalitaria per avvicinarsi alla società libera. …

L’articolo è disponibile qui: http://www.miglioverde.eu/autodeterminazione-e-la-lezione-catalana-i-principi-generali-uniscono/

 

Draghi, la “crescita strutturale” e la “democrazia” totalitaria

GIOVANNI BIRINDELLI, 20.4.2015

(Pubblicazione originale Miglioverde.eu)

“Draghi ha ricordato che la politica monetaria può favorire la ripresa ciclica, ma non una crescita strutturale, che solo le riforme possono garantire” (ilsole24ore.com). Se “ripresa ciclica” si riferisce a “bolla”, sul primo punto Draghi ha ragione. Tuttavia egli ha tralasciato di ricordare un paio di cose.

La prima è che le distorsioni nella struttura produttiva create dalla “politica monetaria” (cioè dall’inflazione monetaria) allontanano e impediscono la crescita strutturale, cioè lavorano contro di essa. Questa è una cosa molto diversa dal “non poterla favorire”. La manipolazione monetaria e del credito non è neutra rispetto alla “crescita strutturale”. Tale manipolazione produce necessariamente, in primo luogo attraverso un tasso d’interesse artificialmente basso (e quindi segnali sbagliati agli agenti economici), un orientamento della struttura produttiva in una direzione diversa da quella dei beni e servizi maggiormente richiesti dal mercato. Le crisi cicliche e (quando si continua a confondere il male -l’interventismo, a partire da quello monetario- con la cura) le depressioni non sono altro che il tentativo del sistema di auto-curarsi dal male, cioè di ripulirsi da questi malinvestments prodotti dall’interventismo.

Il seguito dell’articolo qui: link

La manipolazione monetaria e la Legge

GIOVANNI BIRINDELLI, 30.11.2014

(Video e testo dell’intervento tenuto alla conferenza Interlibertarians, Lugano 30.11.2014. Ripubblicato da Movimento Libertario)

Buonasera. Vorrei ringraziare Interlibertarians per l’invito, e in particolare Rivo Cortonesi, Leonardo Facco e Luca Fusari.

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Col termine manipolazione monetaria e del credito mi riferirò a tutte quelle misure coercitive illegittime (anche se legali) volte all’impedimento del libero e spontaneo processo di mercato nei settori della moneta e del credito.

Queste misure includono ogni forma di interventismo che agisce direttamente su questi settori. Quindi, fra gli altri, includono il corso forzoso, la stampa di denaro fiat da parte delle banche centrali, la fissazione arbitraria del tasso d’interesse da parte delle stesse (in effetti l’esistenza stessa delle banche centrali), la riserva frazionaria, l’assicurazione di stato sui depositi bancari, la nazionalizzazione delle banche in difficoltà (a partire da quelle too big to fail), ogni forma di aiuto pubblico a queste banche, le discriminazioni fiscali e quelle normative a beneficio dei titoli del debito pubblico, il divieto dell’uso del contante, le regolamentazioni restrittive sui metalli preziosi e sulle monete matematiche come Bitcoin, la creatività propagandistica sugli indici statistici, del tipo di quella che voleva includere la prostituzione nel calcolo del PIL (e, oltre che sul PIL stesso come indice statistico, ci sarebbe da discutere sul concetto di prostituzione, perché se questa viene intesa in senso etimologicamente corretto dovrebbe includere in primo luogo la prostituzione intellettuale, che come sappiamo negli attuali regimi collettivisti non è un bene economicamente scarso). Continue reading

Non è guardando alla Svizzera che riduciamo la coercizione che c’è in Italia

GIOVANNI BIRINDELLI, 17.6.2014

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario)

In un interessante articolo, il bravo Guglielmo Piombini ha tessuto le lodi del sistema politico svizzero. Grazie anche alla decentralizzazione, a un ricorso ampio allo strumento referendario, alla competizione fiscale fra comuni e fra cantoni e a un’apertura resa necessaria dalle sue piccole dimensioni, in Svizzera il Leviatano è contenuto in uno spazio molto più ristretto di quanto lo sia in altri paesi europei (e in particolare nei più collettivisti fra questi come l’Italia). Di conseguenza, relativamente a questi paesi, i risultati economici della Svizzera sono naturalmente molto positivi.

Personalmente, tuttavia, pur riconoscendo tutti i vantaggi discussi da Piombini nel suo articolo, non considero la Svizzera una società libera. Nei limiti in cui l’obiettivo è ridurre il totalitarismo e avvicinarsi al proprio potenziale di crescita (e trascurando in questa sede per motivi di spazio la strategia del “votare con i piedi”), a mio parere è solo alla libertà che è necessario puntare, e a niente di meno. Questo non solo per motivi ideologici, ma anche per motivi strategici: nella loro astrattezza, gli ideali di libertà, se difesi in modo coerente, sono l’unica cosa che concretamente è in grado di contrastare la coercizione statale; e tanto maggiore è questa coercizione, tanto più fondamentale per ridurla è il ruolo giocato dagli ideali di libertà. Continue reading

Assalto al risparmio, nel nome della costituzione italiana

GIOVANNI BIRINDELLI, 24.4.2014

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario)

Allo stesso modo in cui non c’è peggior nemico della libertà di colui che la vorrebbe difendere senza mettere in discussione la piattaforma ideologica, economica e  istituzionale del collettivismo, così non c’è peggior nemico del risparmio di colui che denuncia l’ulteriore “assalto ai risparmi” da parte dello stato sulla base del fatto che questo “assalto” è incostituzionale, e cioè ricordando che l’articolo 47 della costituzione stabilisce che “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”. Continue reading