“La grande scommessa” e la solitudine dell’uomo che pensa

GIOVANNI BIRINDELLI, 21.1.2016

(Pubblicazione originale: MiglioVerde)

 

L’altra sera, mangiando una pizza con l’amico Leonardo Facco, ci viene la bella idea di andare al cinema a vedere La grande scommessa (“The Big Short”), il film di Adam McKay sulla crisi economica del 2008 e sullo scandalo Lehman Brothers.

Qui provo a fare alcune riflessioni, da una prospettiva libertaria, su una cosa che mi è piaciuta del film e su una che invece non mi è piaciuta ma che mi aspettavo.

 

  1. Premessa

Prima del commento, può essere opportuno fare una breve sinossi del film e chiarire un paio di concetti tecnici. Il film racconta la storia vera di quei pochissimi speculatori che prima del 2008, capendo cosa stava accadendo, ricorsero a opportuni strumenti finanziari (i cosiddetti Credit Default Swaps, CDS) per scommettere sul fatto che determinati titoli legati a crediti esposti a default (e, in particolare, legati ai mutui cosiddetti subprime) sarebbero collassati e avrebbero messo in crisi l’intero sistema finanziario ed economico americano (e in effetti mondiale). Continue reading

“La grande scommessa” e la solitudine dell’uomo che pensa

GIOVANNI BIRINDELLI, 21.1.2016

(Pubblicazione originale: MiglioVerde)

L’altra sera, mangiando una pizza con l’amico Leonardo Facco, ci viene la bella idea di andare al cinema a vedere La grande scommessa (“The Big Short”), il film di Adam McKay sulla crisi economica del 2008 e sullo scandalo Lehman Brothers. Qui provo a fare alcune riflessioni, da una prospettiva libertaria, su una cosa che mi è piaciuta del film e su una che invece non mi è piaciuta ma che mi aspettavo. …

L’articolo è disponibile agli abbonati di MiglioVerde a questo link