Stefano Magni intervista Giovanni Birindelli per La Nuova Bussola Quotidiana
https://lanuovabq.it/it/linflazione-e-la-crisi-sistemica-che-verra
Stefano Magni intervista Giovanni Birindelli per La Nuova Bussola Quotidiana
https://lanuovabq.it/it/linflazione-e-la-crisi-sistemica-che-verra
GIOVANNI BIRINDELLI, 23.6.21
Nella sezione “Economia e Finanza” del sito di Nicola Porro, curata da Leopoldo Gasbarro, c’è un articolo dello stesso Gasbarro in cui l’autore si chiede: “Perchè tutti gli allarmi [su bitcoin da parte dei governi e delle banche centrali di mezzo mondo, ndr] non sono stati lanciati in chiave preventiva? Perchè si è aspettato che il grosso rialzo del prezzo del Bitcoin [che nella recente correzione ha perso circa il 50%, ndr] “ingolosisse” un numero sempre più alto di persone?“
Il problema sarebbe quindi il fatto che le banche centrali sono intervenute troppo tardi, invece del fatto che sono intervenute, e a monte del fatto che esse esistono ed esercitano un monopolio legale sul denaro.
Continue readingGIOVANNI BIRINDELLI, 10.4.2020
Abbiamo tre fattori di crisi che si stanno sommando l’uno all’altro, formando una specie di tempesta perfetta sia a breve che a lungo termine:
1) la fine del ciclo economico prodotto dall’ulteriore espansione artificiale del denaro e del credito a cui le banche centrali sono ricorse per curare la crisi del 2008 con dosi ancora maggiore dello stesso veleno che la ha prodotta;
2) il coronavirus (usato come sabbia per coprire il primo fattore di crisi);
3) la reazione del sistema stato-banca centrale al coronavirus: cioè le politiche monetarie e fiscali ancora più espansive.
Il libero processo di mercato, lasciato a sé stesso, sarebbe perfettamente in grado di risolvere i primi due fattori di crisi nel tempo più breve possibile. Se il mercato fosse lasciato a sé stesso, la situazione sarebbe infatti per certi aspetti assimilabile a quella della recessione economica degli USA del 1920-21: la più breve nella storia degli USA in quanto l’unica non accompagnata da maggiore interventismo del sistema stato-banca centrale (che, nonostante nel brevissimo periodo possa fungere da anti-dolorifico, nel medio-lungo periodo ha effetti catastrofici analoghi a quelli della cura di un tossicodipendente con dosi di droga ancora maggiori). Una delle ragioni è legata agli incentivi, e in particolare a quelli ad adattarsi. Continue reading
GIOVANNI BIRINDELLI, 22.11.2019
(English version coming soon)
Nel leggere il libro Permanent Record di Edward Snowden sono rimasto di sasso di fronte alle qualità della sua persona che, nonostante il suo understatement, emergono dai dettagli della sua storia: il suo coraggio, prima di tutto; la sua intelligenza; le sue capacità informatiche, che a me appaiono strabilianti; la sua rettitudine; la profonda gentilezza che traspare in ogni riga del suo libro; la sua grande umanità. Sono qualità che, mentre ciascuna di esse presa singolarmente già sarebbe stata straordinaria per la sua intensità, tutte insieme contemporaneamente nella stessa persona mi hanno fatto rimettere in discussione i limiti di quello che ritenevo possibile.
In inglese esiste un termine per descrivere uno stato d’animo che la lingua italiana non credo sia in grado di esprimere con altrettanta precisione: “humbled”. “I’m humbled” significa scoprire una nuova percezione di sé più modesta e meno importante di prima a causa di un evento esterno, come appunto il venire a conoscenza di qualità straordinariamente belle di una persona. Un ridimensionamento di sé che tuttavia non è frustrazione, ma apertura all’esempio. Occasione di imparare. Di migliorare.
Ecco, io sono “humbled” dalle qualità di Edward Snowden. In questo articolo non le discuterò perché credo che l’unico modo per apprezzarle sia comprare il libro e leggerlo.
Sono talmente “humbeld” dalle sue qualità e da quelle del suo gesto puramente eroico che istintivamente sono spinto a censurare le mie stesse critiche ad alcuni aspetti del suo pensiero che a me sembrano essere contraddittori. In rapporto alle scelte, alle capacità, alle azioni e alle qualità di un eroe di questa grandezza, queste contraddizioni hanno un peso talmente piccolo da sembrare quasi trascurabili. Tuttavia esse riguardano le idee di fondo che stanno alla base del suo gesto: il concetto stesso di privacy e la differenza fra legale e “giusto”. Quindi forse una discussione di queste contraddizioni non è totalmente inutile. Inoltre, non credo che l’autocensura sia il modo migliore di omaggiare la persona che, inizialmente da sola, ha affrontato lo stato più potente del pianeta (e i suoi alleati) per denunciarne i sistemi di sorveglianza di massa e iniziare un dibattito aperto su questi temi.
Così, per quanto esteticamente brutto sia criticare dalla propria scrivania, su un piano teorico, alcuni aspetti delle idee di chi ha messo in gioco la sua stessa vita per difenderle (e vive in esilio per averle difese), in questo caso considero questa critica un tributo a Snowden. Un modo per riconoscere il debito che io ho, insieme alla mia famiglia, nei suoi confronti e che non riuscirò mai a estinguere. Continue reading
GIOVANNI BIRINDELLI, 7.9.2019
(English translation here: link)
In un recente articolo sul The Wall Street Journal, Gerard Baker fa un efficace (anche se un po’ banale) quadro del declino italiano (rappresentato come punta di diamante di quello occidentale) che è in contrasto con la bellezza che si trova nel paese.
Tuttavia, se vediamo il declino (italiano e occidentale) come una montagna di spazzatura che il sistema statuale (in particolare quello democratico) nel lungo periodo rende necessariamente sempre crescente, allora forse possiamo vedere bitcoin, in parte, come una tecnologia che consente di produrre energia (in modo assolutamente pulito) da quella spazzatura. In altre parole, lo stesso declino (la stessa montagna crescente di immondizia) può avere implicazioni diverse (cioè essere una risorsa o il suo contrario) a seconda che questa tecnologia sia stata inventata o meno. L’articolo tuttavia non prende in considerazione questa dimensione del problema. E non lo fa, a mio parere, perché non prende in considerazione le cause scientifiche del declino fra cui:
– la distorsione dell’idea di legge: da limite non arbitrario al potere coercitivo di chiunque, a strumento di potere coercitivo arbitrario da parte di alcuni su altri;
– la distorsione del concetto di denaro: da asset spontaneamente selezionato dal libero processo di mercato in quanto (fra le altre cose) scarso, a pezzi di carta (o i loro equivalenti digitali) coercitivamente imposti da una particolare organizzazione criminale in quanto infinitamente abbondanti; Continue reading
GIOVANNI BIRINDELLI, 7.9.2019
(Traduzione italiana qui: link)
In a recent article on The Wall Street Journal, Gerard Baker gives an effective (though a bit banal) picture of the decline of Italian society and economy, which is seen as the tip of the sword of the decline of Western civilization. This decline is depicted in stark contrast with the beauty that can still be found in that country (and specifically in Tuscany, where I live and where the author went on holiday and was inspired to write his article).
If we see the decline (Italian and, more in general, of the Western civilization) as a mountain of rubbish that the statist system (and especially the democratic one) necessarily makes ever bigger in the long run, then we can see bitcoin, at least in part, as a technology that allows to produce (totally clean) energy from this rubbish. In other words, the same decline (the same growing mountain of rubbish) can have different implications (and therefore be a resource or its opposite) according to whether such technology has been invented or not. Baker’s article, however, while discussing decline does not take into consideration this aspect of the problem. And in my opinion it doesn’t do it because it does not take into consideration the scientifically relevant causes of the decline, namely:
GIOVANNI BIRINDELLI, 19.8.19
Seguendo un suggerimento qui su fb, tempo fa ho iniziato a vedere la serie TV La casa de papel (“La casa di carta”).
Una bella serie. Ringrazio chi la ha segnalata. Tuttavia, arrivato alla scena ‘filosofica’, ancora non riesco a capire perché alcuni ritengono che il messaggio della serie TV sia libertario.
In sintesi, questo messaggio ‘filosofico’ può essere riassunto in quattro punti:
1. dato che il denaro che rubiamo è stato creato dal nulla, noi non rubiamo a nessuno;
2. noi facciamo esattamente quello che fa la banca centrale, solo che nel suo caso voi dello stato lo chiamate “iniezione di liquidità” mentre nel nostro caso lo chiamate furto;
3. nel caso della banca centrale, il denaro viene trasferito alle banche, quindi ai ricchi; noi invece lo trasferiamo a noi stessi quattro disgraziati;
4. il denaro di carta è semplicemente carta.
Errata corrige:
1) nel video, alla diapositiva 28 c’è un errore: attualmente il block reward (la ricompensa in bitcoin per blocco registrato e verificato) è di 12,5 BTC, non di 25 BTC;
2) diapositiva 30: nel 2140 non sarà naturalmente l’ultimo blocco a essere minato ma l’ultimo bitcoin a essere ‘estratto’.
Nota: il video che durante la presentazione non partiva si può vedere cliccando sull’immagine della diapositiva nr. 23 oppure a questo link
Intervista di Francesco Carbone a Guglielmo Piombini sul podcast “Il Truffone”
GIOVANNI BIRINDELLI, 7.8.2017
“Ragusa: volontari dei Vigili del Fuoco appiccavano roghi per guadagnare soldi”.
Ora, uno sarebbe tentato di vedere questo come un problema di mele marce. E sicuramente, nel suo ambito ristretto, lo è. Tuttavia, dopo aver studiato la Scuola Austriaca di economia e la filosofia politica libertaria, diventa chiaro che questo episodio rappresenta di fatto l’attività principale dello stato moderno e dei suoi parassiti: creare problemi per poi tentare di risolverli ricevendo denaro “pubblico”, cioè estorto.
La differenza è che, nel caso specifico di cui sopra, il fuoco dopo viene effettivamente spento (anche se alcuni alberi ci metteranno decenni a ricrescere). Al contrario, la devastazione sistemica prodotta dalla macchina coercitiva statale nel lungo termine tende necessariamente a espandersi. Infatti quello che la produce è, in ultima istanza, la ‘legge’ intesa come strumento di potere coercitivo arbitrario. Questa di per sé rende il potere politico, chiunque sia a detenerlo, illimitato (in altre parole, rende il sistema politico, specie se democratico, totalitario). E la natura di un potere coercitivo illimitato è appunto espandersi. Sarebbe irrazionale pensare il contrario.
GIOVANNI BIRINDELLI, 16.12.2016
(Pubblicazione originale: Switzerland Institute in Venice – Quaderno n. 9)
GIOVANNI BIRINDELLI, 16.12.2016
(Pubblicazione originale: Switzerland Institute in Venice, Quaderno n. 9)