Mazzucco: “evasione vaccinale”, evasione fiscale e logica à la carte

GIOVANNI BIRINDELLI, 20.9.2021 (aggiornato il 21.9.2021)

Da quando, quest’estate, per caso sono capitato su una trasmissione di Massimo Mazzucco sulle news della settimana (quasi tutte sul Covid), queste per me sono diventate un appuntamento imperdibile: l’unica fonte italiana di informazioni attendibile su questo argomento. Una sola trasmissione di Mazzucco su questo tema per me vale molto di più di tutto quello che è stato detto e scritto dall’intera stampa mainstream. Da una parte: fatti, logica e principi. Dall’altra: propaganda, “ordini di cavalleria”, e basta. 

Fatti, come quello della proporzione di persone vaccinate due volte che in Israele (il paese più vaccinato al mondo) sono ricoverate in ospedale: il 13% secondo il braccio destro del Generale Figliuolo; fra l’85 e il 90% secondo il direttore dell’ospedale di Gerusalemme (si veda questo video di Mazzucco, a partire dal min. 8:35).

Logica, come quella che, sulla base del fatto scientifico che chi è vaccinato può ammalarsi (vedi sopra) e contagiare altri, porta a dedurre con apodittica certezza che, quando Draghi ha detto che “il green pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività, a divertirsi … con la garanzia di ritrovarsi fra persone che non sono contagiose” ha affermato il falso, per di più su una misura che limita la libertà delle persone (di una categoria di persone) come in Italia non era mai stata limitata dal Fascismo.

Principi, come quello che il corpo di una persona è inviolabile.

Purtroppo, questi stessi fatti, questa stessa logica e questi stessi principi Mazzucco li butta dalla finestra non appena si toccano temi relativi all’economia o agli aspetti economici della stessa libertà che lui difende in modo così egregio e coerente nel caso del Covid.

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Con questi “liberali”, chi ha bisogno dei comunisti?

GIOVANNI BIRINDELLI, 23.6.21

Nella sezione “Economia e Finanza” del sito di Nicola Porro, curata da Leopoldo Gasbarro, c’è un articolo dello stesso Gasbarro in cui l’autore si chiede: “Perchè tutti gli allarmi [su bitcoin da parte dei governi e delle banche centrali di mezzo mondo, ndr] non sono stati lanciati in chiave preventiva? Perchè si è aspettato che il grosso rialzo del prezzo del Bitcoin [che nella recente correzione ha perso circa il 50%, ndr] “ingolosisse” un numero sempre più alto di persone?

Il problema sarebbe quindi il fatto che le banche centrali sono intervenute troppo tardi, invece del fatto che sono intervenute, e a monte del fatto che esse esistono ed esercitano un monopolio legale sul denaro. 

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Dalla presunzione fatale alla strada verso la schiavitù: l’euro e l’UE

FRANCESCO SIMONCELLI, 31.7.2015

(Pubblicazione originale: francescosimoncelli.blogspot.com)

Com’era prevedibile, e come avevo preannunciato in questo commento, la Grecia è stata infine salvata. Non c’è da sorprendersi. Il progetto europeo è qualcosa che riguarda fortemente una pianificazione centralizzata dell’economia su scala extra-nazionale, ed è stato impiegato troppo capitale materiale e temporale affinché venisse portato alla luce. Il progetto europeo doveva essere il fiore all’occhiello del NWO, invece si sta trasformando in un incubo per le persone sottomesse ai suoi dettami e un misero fallimento per gli eurocrati che ancora ci credono. A questo proposito, quindi, si farà di tutto per tenere in piedi questa farsa. Il prezzo non è qualcosa che preoccupa i pianificatori centrali, non saranno loro a pagarlo. Sarà, come la solito, scaricato sui contribuenti. Se volete un assaggio, vi basta guardare al Giappone. Esatto, questo è il paziente zero; se si vuole sapere dove finirà l’occidente basta guardare alla colonia di vecchi ultra-indebitata del sol levante, dove il continuo interventismo centrale sta ammazzando ciò che resta di onesto nell’economia nipponica. Continue reading

La manipolazione monetaria e la Legge

GIOVANNI BIRINDELLI, 30.11.2014

(Video e testo dell’intervento tenuto alla conferenza Interlibertarians, Lugano 30.11.2014. Ripubblicato da Movimento Libertario)

Buonasera. Vorrei ringraziare Interlibertarians per l’invito, e in particolare Rivo Cortonesi, Leonardo Facco e Luca Fusari.

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Col termine manipolazione monetaria e del credito mi riferirò a tutte quelle misure coercitive illegittime (anche se legali) volte all’impedimento del libero e spontaneo processo di mercato nei settori della moneta e del credito.

Queste misure includono ogni forma di interventismo che agisce direttamente su questi settori. Quindi, fra gli altri, includono il corso forzoso, la stampa di denaro fiat da parte delle banche centrali, la fissazione arbitraria del tasso d’interesse da parte delle stesse (in effetti l’esistenza stessa delle banche centrali), la riserva frazionaria, l’assicurazione di stato sui depositi bancari, la nazionalizzazione delle banche in difficoltà (a partire da quelle too big to fail), ogni forma di aiuto pubblico a queste banche, le discriminazioni fiscali e quelle normative a beneficio dei titoli del debito pubblico, il divieto dell’uso del contante, le regolamentazioni restrittive sui metalli preziosi e sulle monete matematiche come Bitcoin, la creatività propagandistica sugli indici statistici, del tipo di quella che voleva includere la prostituzione nel calcolo del PIL (e, oltre che sul PIL stesso come indice statistico, ci sarebbe da discutere sul concetto di prostituzione, perché se questa viene intesa in senso etimologicamente corretto dovrebbe includere in primo luogo la prostituzione intellettuale, che come sappiamo negli attuali regimi collettivisti non è un bene economicamente scarso). Continue reading

Uber: i taxisti non hanno diritto ad alcun indennizzo

GOVANNI BIRINDELLI, 23.5.2014

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario)

Uber è un’applicazione per smart phone che consente di aggirare (in modo del tutto legale, tra l’altro) le attuali “leggi” che impediscono la competizione nel settore dei taxi e quindi di aprire al libero mercato questo settore che attualmente è sottoposto a monopolio legale da parte delle amministrazioni locali, con i conseguenti vantaggi in termini di costo e qualitativi per i consumatori. Per il momento, in Italia Uber è attiva solo a Milano e sta avendo un notevole successo, al punto che coloro che lavorano per questa società recentemente hanno subìto un’aggressione fisica da parte dei tassisti.

Quest’aggressione potrebbe essere presa come punto di partenza per discutere praticamente ogni aspetto della contrapposizione fra libero mercato e interventismo/collettivismo. Tuttavia, in questo articolo io partirò da questa vicenda per discutere una particolare contrapposizione tutta interna ai sostenitori del libero mercato, e quindi di Uber. Fra questi, infatti, da una parte ci sono coloro che sono a favore del fatto che, in conseguenza dell’apertura del settore al mercato, i tassisti siano indennizzati (p. es. dal comune) per le licenze che hanno acquistato a caro prezzo per il privilegio di poter esercitare il loro mestiere al riparo della concorrenza[1]: licenze che si rivelano un investimento del tutto inutile laddove quel privilegio viene abolito o comunque aggirato dalla tecnologia. Dall’altra, ci sono coloro che sono contrari al fatto che i tassisti siano indennizzati. Continue reading

Quando i giornali mainstream lasciano intendere il falso

GIOVANNI BIRINDELLI, 4.4.2014

In un recente articolo Il Sole 24 Ore lascia intendere che la BCE non acquista titoli del debito pubblico:

“Per questo l’Eurotower pare maggiormente orientata a un programma di acquisti di asset privati. Una strategia diversa che avrebbe l’indubbio vantaggio di evitare alla banca centrale di uscire dal proprio mandato con operazioni di finanziamento diretto degli Stati. Questo infatti è ciò che succederebbe se la banca centrale decidesse di seguire la strada della Fed, della Bank of England o della Bank of Japan acquistando titoli di Stato sul mercato.” (Il Sole 24 Ore).

Per capire come stanno realmente le cose: Continue reading

Huerta de Soto: come azzerare il debito pubblico (parte II)

GIOVANNI BIRINDELLI, 5.12.2013

(Original publication: Mises Italia)

3. Alcune critiche di carattere generale

Non credo che questa proposta sia esente da critiche da una prospettiva di libero mercato (un’interessante critica in questo senso è stata fatta per esempio da Phillip Bagus nell’articolo citato alla nota 8) ma, essendo una proposta strategica attuabile che si concentra su alcune delle cause del problema e non sui suoi effetti, credo che possa essere un buon punto per iniziare una discussione seria (e non ristretta a pochi isolati circoli accademici) su come ridurre il debito pubblico che si contrapponga al solito pensiero unico statalista.

Esprimo qui una perplessità e una critica. Continue reading

Huerta de Soto: come azzerare il debito pubblico (Parte I)

GIOVANNI BIRINDELLI, 3.12.2013

(Original publication: Mises Italia)

Prendo spunto da un recente editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera per illustrare una particolare proposta per la riduzione del debito pubblico: quella avanzata dal Prof. Huerta de Soto. L’articolo di Alesina e Giavazzi, trattandosi della solita solfa statalista, non meriterebbe nemmeno la porzione di foglio di carta su cui viene letto: la ragione per cui prendo spunto da quell’articolo è che rappresenta perfettamente il non-pensiero di quella parte di statalisti che si ritengono o addirittura vengono ritenuti “liberali” in virtù del fatto che sono a favore delle “privatizzazioni”. La proposta di Huerta de Soto non è immune da possibili critiche, ma aiuta a capire cosa significa pensare in modo economico al di fuori dei paletti intellettuali imposti dal potere politico (in altre parole, cosa significa non essere megafoni del regime); cosa significa ragionare sulle cause strutturali dei problemi e non sui loro effetti; e infine cosa significa, in questo deserto intellettuale delle cosiddette élites, avere idee. Per questo, oltre che per il fatto che nell’insieme la ritengo una buona proposta (anche se migliorabile), penso che possa essere utile ricordarla e discuterla. Continue reading

Napolitano, i rimborsi gonfiati e il debito pubblico da record

GIOVANNI BIRINDELLI (31.12.2012)

(Original publication: L’Indipendenza, qui con un errata corrige)

In un (non abbastanza) noto servizio giornalistico tedesco viene descritto come Giorgio Napolitano (all’epoca dei fatti eurodeputato; oggi presidente della repubblica) “per il volo di andata da Roma a Bruxelles riceve dal parlamento europeo un rimborso pari a circa 800 euro” ma “la sera prima abbiamo controllato su internet quanto costasse il volo [della Virgin da lui scelto]. Il prezzo, inclusivo di tasse, era meno di 90 euro, e alla fine della giornata con un solo volo il parlamentare ha guadagnato più di 700 euro, cifra netta che finisce nelle sue tasche”. Quello che secondo questo servizio ha fatto Napolitano era legale? Assolutamente: Napolitano, la cui purtroppo non sorprendente reazione alle domande del giornalista può essere vista nel video del servizio giornalistico, “in realtà non avrebbe nulla da nascondere, perché in base alla norma che hanno approvato gli stessi parlamentari, la fregatura dei voli a basso costo è perfettamente legale”. Continue reading

Pascal Salin: l’evasione fiscale non è immorale (intervista esclusiva del Movimento Libertario)

GIOVANNI BIRINDELLI, 4 July 2012

(Original publication: Movimeto Libertario)

Riporto la sintesi di un’intervista al Professor Pascal Salin, economista francese della Scuola Austriaca. Il video integrale dell’intervista, in inglese, può essere trovato QUI.

Origine della crisi. La crisi è stata prodotta dal fatto che per molto tempo i governi europei, e in particolare quelli dei paesi oggi maggiormente esposti (Grecia, Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda e, aggiunge il Professor Salin, Francia) hanno speso molto di più di quello che potevano permettersi. La crisi è adesso peggiorata per due ragioni. In primo luogo, la recessione economica ha ridotto le entrate fiscali. In secondo luogo, molti governi, adottando politiche keynesiane, hanno reagito alla crisi spendendo di più, non di meno: in altre parole, essi hanno reagito al problema aumentando il ricorso all’interventismo economico che ha creato il problema. Continue reading