GIOVANNI BIRINDELLI, 10.4.2020
Abbiamo tre fattori di crisi che si stanno sommando l’uno all’altro, formando una specie di tempesta perfetta sia a breve che a lungo termine:
1) la fine del ciclo economico prodotto dall’ulteriore espansione artificiale del denaro e del credito a cui le banche centrali sono ricorse per curare la crisi del 2008 con dosi ancora maggiore dello stesso veleno che la ha prodotta;
2) il coronavirus (usato come sabbia per coprire il primo fattore di crisi);
3) la reazione del sistema stato-banca centrale al coronavirus: cioè le politiche monetarie e fiscali ancora più espansive.
Il libero processo di mercato, lasciato a sé stesso, sarebbe perfettamente in grado di risolvere i primi due fattori di crisi nel tempo più breve possibile. Se il mercato fosse lasciato a sé stesso, la situazione sarebbe infatti per certi aspetti assimilabile a quella della recessione economica degli USA del 1920-21: la più breve nella storia degli USA in quanto l’unica non accompagnata da maggiore interventismo del sistema stato-banca centrale (che, nonostante nel brevissimo periodo possa fungere da anti-dolorifico, nel medio-lungo periodo ha effetti catastrofici analoghi a quelli della cura di un tossicodipendente con dosi di droga ancora maggiori). Una delle ragioni è legata agli incentivi, e in particolare a quelli ad adattarsi. Continue reading