Il ‘ricordo’ di Giovanni Alberto Agnelli da parte di Veltroni

GIOVANNI BIRINDELLI, 14.12.2017

A vent’anni dalla scomparsa di Giovanni Alberto Agnelli, Walter Vetroni ne scrive un ricordo sul Corriere della Sera. Lo definisce “il mio amico” e mette bene in evidenza il fatto che avevano un rapporto personale. Tuttavia, quel ricordo a me sembra essere un manifesto elettorale di pessimo gusto, in cui non vengono messe in risalto le qualità umane della persona ma la sua presunta mentalità collettivista; o meglio: in cui questa mentalità (desunta da frasi come «La nostra azienda ha tra i propri punti di riferimento fondamentali la responsabilità sociale») viene confusa con le qualità umane della persona.

Termini come “responsabilità sociale” sono, nel migliore dei casi, dei non-sensi logici. Nel peggiore, sono un modo vile per convincere le persone più fragili a rinunciare a fette sempre maggiori della loro libertà a favore del potere politico. Il migliore dei casi è facilmente quello di un giovane capo di azienda il cui lavoro è creare valore e profitto; e che, anche se intelligente, non necessariamente ha tempo per approfondire alcune questioni teoriche in modo rigoroso. Il caso peggiore, è quello di coloro che Mises definiva «inadatti a servire i loro concittadini, e che per questo li vogliono comandare» (o li hanno comandati).

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