Recensione libro: “Permanent Record” di Edward Snowden

GIOVANNI BIRINDELLI, 22.11.2019

(English version coming soon)

Nel leggere il libro Permanent Record di Edward Snowden sono rimasto di sasso di fronte alle qualità della sua persona che, nonostante il suo understatement, emergono dai dettagli della sua storia: il suo coraggio, prima di tutto; la sua intelligenza; le sue capacità informatiche, che a me appaiono strabilianti; la sua rettitudine; la profonda gentilezza che traspare in ogni riga del suo libro; la sua grande umanità. Sono qualità che, mentre ciascuna di esse presa singolarmente già sarebbe stata straordinaria per la sua intensità, tutte insieme contemporaneamente nella stessa persona mi hanno fatto rimettere in discussione i limiti di quello che ritenevo possibile.

In inglese esiste un termine per descrivere uno stato d’animo che la lingua italiana non credo sia in grado di esprimere con altrettanta precisione: “humbled”. “I’m humbled” significa scoprire una nuova percezione di sé più modesta e meno importante di prima a causa di un evento esterno, come appunto il venire a conoscenza di qualità straordinariamente belle di una persona. Un ridimensionamento di sé che tuttavia non è frustrazione, ma apertura all’esempio. Occasione di imparare. Di migliorare.

Ecco, io sono “humbled” dalle qualità di Edward Snowden. In questo articolo non le discuterò perché credo che l’unico modo per apprezzarle sia comprare il libro e leggerlo.

Sono talmente “humbeld” dalle sue qualità e da quelle del suo gesto puramente eroico che istintivamente sono spinto a censurare le mie stesse critiche ad alcuni aspetti del suo pensiero che a me sembrano essere contraddittori. In rapporto alle scelte, alle capacità, alle azioni e alle qualità di un eroe di questa grandezza, queste contraddizioni hanno un peso talmente piccolo da sembrare quasi trascurabili. Tuttavia esse riguardano le idee di fondo che stanno alla base del suo gesto: il concetto stesso di privacy e la differenza fra legale e “giusto”. Quindi forse una discussione di queste contraddizioni non è totalmente inutile. Inoltre, non credo che l’autocensura sia il modo migliore di omaggiare la persona che, inizialmente da sola, ha affrontato lo stato più potente del pianeta (e i suoi alleati) per denunciarne i sistemi di sorveglianza di massa e iniziare un dibattito aperto su questi temi.

Così, per quanto esteticamente brutto sia criticare dalla propria scrivania, su un piano teorico, alcuni aspetti delle idee di chi ha messo in gioco la sua stessa vita per difenderle (e vive in esilio per averle difese), in questo caso considero questa critica un tributo a Snowden. Un modo per riconoscere il debito che io ho, insieme alla mia famiglia, nei suoi confronti e che non riuscirò mai a estinguere. Continue reading

Risposta alle critiche di Novello Papafava

GIOVANNI BIRINDELLI, 13.12.2014

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario.

Data la lunghezza dell’articolo, allego una versione PDF per la stampa)

 

Una recensione del mio libro La sovranità della Legge da parte di Novello Papafava è un onore che non credo di meritare. È un onore per diversi motivi, il primo dei quali è la statura intellettuale dell’autore. L’articolo Merito, statolatria e la morte della società occidentale è uno dei più belli che abbia letto negli ultimi anni. Il libro Proprietari di sé e della natura è il testo più completo che abbia letto sull’ecologia di mercato e trovo difficile prendere sul serio una persona (per esempio me stesso fino a qualche mese fa, colpevolmente) che parli di ecologia e che non si sia misurata con quel testo. Un altro motivo per cui è un grande onore ricevere una recensione da parte di Papafava è che questo autore non scrive molto: non solo per ragioni quantitative, egli sta a coloro che scrivono per pubblicare come l’oro sta al denaro fiat. Dalla lettura degli scritti di Papafava, nonché da alcuni brevi scambi che abbiamo avuto nell’ultimo periodo, è emersa quella che con una bellissima espressione l’autore definisce ‘telepatia fraterna’: una forma di affinità di fondo che investe non solamente gran parte dei contenuti teorici ma anche qualcosa dei modi, della forma in cui vengono discussi.

Fortunatamente, la recensione di Papafava contiene delle critiche costruttive ad alcuni aspetti teorici fondamentali affrontati nel libro, il che mi offre l’opportunità di provare a illustrarli meglio e di testarne la solidità. Lo scopo di questo articolo, della cui lunghezza mi scuso in anticipo, è rispondere in modo costruttivo a queste critiche con lo spirito di qualcuno che è afflitto dal dubbio e che quindi è disposto a cambiare idea. Continue reading

Legge: evoluzione e consuetudine

GIOVANNI BIRINDELLI 5.8.2013

(Original publication: Ludwig von Mises Italia)

In un bell’articolo pubblicato di recente su questo sito, Robert Higgs equipara giustamente lo Stato moderno a un’organizzazione criminale come la mafia e altrettanto giustamente, a mio parere, vede nella consuetudine, cioè nel fatto che “le persone possono essere indotte ad accettarlo solo per abitudine”, uno dei motivi per cui la sua esistenza non viene generalmente messa in discussione.

Su un solo punto dell’articolo non sono d’accordo, quando Higgs critica la consuetudine come origine del diritto Continue reading