GIOVANNI BIRINDELLI, 7.1.2023
(Non leggere questa recensione se non si vuole sapere come finisce il film).
Il film Gone baby gone di Ben Affleck racconta la storia del rapimento di una bambina. La piccola non ha padre e vive con la madre tossicodipendente. La madre è una persona talmente disastrata e irresponsabile che la vita della figlia non solo è un inferno di squallore e angoscia ma è anche spesso in pericolo: all’età di tre anni la madre la lascia intenzionalmente in auto per ore sotto il sole cocente per andare a divertirsi con un amico e la piccola quasi ne muore; la porta con sé quando ruba parecchio denaro a un boss mafioso; ecc.
Fino a poco prima della fine del film lo spettatore è portato a credere che la bambina sia stata rapita dal mafioso a cui la madre aveva rubato il denaro e poi uccisa, anche se il corpo non è stato mai trovato.
Alla fine del film, tuttavia, si scopre che a rapirla è stato il capo della divisione di polizia dedicata alla protezione dei bamibini la cui figlia a sua volta era stata uccisa molti anni prima. Il poliziotto e sua moglie le danno tutto l’amore e la protezione che una bella famiglia “normale” e benestante possono dare a una figlia. Con loro la piccola è finalmente al sicuro e felice.
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