GIOVANNI BIRINDELLI, 19.11.2018
“Lavoro, dalla privacy al digitale: c’è posto per 30mila giovani” (ilsole24ore.com)
I posti di lavoro legati alla privacy sono quelli degli “esperti Gdpr”, che al momento sono “introvabili”.
Politicamente, la privacy si difende istituendo il segreto bancario assoluto, abolendo la sorveglianza, proteggendo i whistle-blowers e chi pubblica i loro leaks, ecc. In sostanza, evitando di violare la proprietà delle persone in relazione alle loro informazioni.
Dato che, nel lungo termine, una difesa politica della privacy è quasi una contraddizione in termini, allora l’unico modo per difendere la privacy è il libero mercato 2.0 (non censurabile): crittografia, bitcoin, sistemi di telecomunicazione distribuiti (di recente è stato presentato un prototipo a Bologna: Netsukuku), ecc.
La cosiddetta “normativa sulla privacy” richiamata nel titolo citato in apertura non ha nulla a che vedere con la difesa della privacy (che è una parte della difesa del principio di non aggressione, e quindi di difesa senza se e senza ma della proprietà privata). Quella normativa non è altro che un insieme di cavilli deliranti che l’organizzazione che viola sistematicamente la privacy e la proprietà delle persone impone a queste ultime per proteggere informazioni di cui in genere non frega nulla a nessuno e che nessuno ha incentivo a cercare.
Ogni delirio legislativo, naturalmente, ha anche il suo aspetto economico. Nel caso della “normativa sulla privacy”, le conseguenze economiche a lungo termine sono pesanti.