Il “diritto alla reputazione” non esiste. Qualcuno lo spieghi a Equitalia

GIOVANNI BIRINDELLI, 28.6.2016

(Pubblicazione originale: MiglioVerde)

[…] La ragione fondamentale per cui in generale la diffamazione, sebbene sia spesso illegale, non è mai illegittima, è che il ‘diritto’ alla reputazione non esiste: la sua esistenza infatti presupporrebbe un diritto di proprietà, da parte di alcuni soggetti, sul pensiero di altre persone e quindi una violazione del diritto di proprietà.

[…] Quando un ‘servizio’ è imposto con la forza, la reputazione non ha alcun effetto sull’attività economica di chi lo produce.

[…] Parlare di reputazione […] in assenza di libertà di espressione è come parlare di valore economico in assenza di libero mercato.

[…] Sebbene nell’immaginario popolare la Costituzione venga vista come un limite all’arbitrarietà del potere politico, in un sistema giuspositivo essa ne è, al contrario, lo strumento supremo. […] Essa può essere utilizzata come copertura, nel senso che può includere una particolare declinazione del principio di non aggressione (il principio della libertà di parola, per esempio) e lasciare alla ‘legge ordinaria’ (cioè alla ‘legge’ positiva o fiat) il compito di definire le eccezioni, come ad esempio i ‘reati’ di opinione.

[…] Allo stesso modo in cui non esiste alcuna ‘terza via’ fra socialismo e libero mercato, così non esiste alcuna ‘terza via’ fra libertà di espressione e censura.

Articolo disponibile agli abbonati a MiglioVerde a questo link: http://www.miglioverde.eu/diritto-alla-reputazione-non-esiste-qualcuno-lo-spieghi-ad-equitalia/

La deriva italiana sulla libertà di espressione

GIOVANNI BIRINDELLI, 9.3.2016

(Pubblicazione originale: Catallaxy Institute)

È di oggi la notizia che un uomo è indagato per il ‘reato’ di omofobia  per aver detto “‘brucerei un figlio gay nel forno'”.

Ora, molte persone che trovano ripugnante la frase incriminata probabilmente sono compiaciute del fatto che la persona che l’ha pronunciata dovrà affrontare un processo e forse perfino una condanna. Queste persone, tuttavia, spesso non si rendono conto che aggredire qualcuno per le sue parole o per l’espressione del suo pensiero, anche se legale, è illegittimo, come sarebbe illegittimo aggredire qualcuno per le sue preferenze sessuali o di stile di vita. Continue reading

Della libertà di espressione (versione integrale)

GIOVANNI BIRINDELLI, 23.2.2015

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario in 5 parti: 1, 2, 3, 4, 5 )

  

Parte 1: Introduzione 

 

Un imprenditore è stato multato un milione di euro perché ha detto che «evadere non è un reato grave». Un politico è stato condannato a sei mesi di reclusione per aver detto che Giorgio Napolitano, quando era presidente della repubblica (minuscole, soprattutto in questo caso, intenzionali), era «indegno». Anche un ragazzo monzese di 24 anni è stato denunciato per vilipendio del presidente della repubblica: su un sito aveva scritto frasi del tipo «Vergogna d’Italia». Un uomo è stato multato mille euro per aver detto che l’Italia è un «paese di merda» (se lo stato applicasse una multa di mille euro a tutti quelli, me incluso, che in un solo giorno pronunciano questa esatta frase per dire che l’Italia è uno stato che viola sistematicamente la libertà e che fa tutto ciò che è umanamente possibile per ridurre in miseria i sudditi che opprime, probabilmente riuscirebbe ad azzerare all’istante, e per un solo istante, l’intero debito pubblico). Beppe Grillo è stato indagato per istigazione dei militari a disobbedire alle “leggi” (cioè, in una situazione di positivismo giuridico come quella attuale, ai comandi arbitrari dell’autorità): in una lettera aperta chiedeva ai vertici di Polizia, Carabinieri ed Esercito di non schierarsi a protezione della classe politica italiana. Leonardo Facco è stato querelato da un pubblico ufficiale per aver osato criticare i vigili urbani. Erri de Luca è stato rinviato a giudizio per istigazione a delinquere: aveva detto che «la Tav va sabotata». Questi sono solo alcuni dei casi più eclatanti del 2014 in cui delle persone sono state aggredite dallo stato per le loro parole. Chissà quante altre persone solo nell’ultimo anno sono state denunciate e/o condannate per quello che hanno detto, scritto o disegnato (in particolare contro il Dio stato, le sue agenzie e i suoi pubblici ufficiali). Continue reading

La società aperta e il diritto

GIOVANNI BIRINDELLI, 18.12.14

(Testo, qui con alcuni errata corrige, della lezione di chiusura del corso della Scuola di Liberalismo della Fondazione Einaudi, Bologna 18.12.2014

Pubblicato da Movimento Libertario. Data la lunghezza dell’articolo allego una versione PDF per la stampa)

 

Buonasera. Vorrei ringraziare la Fondazione Einaudi e la sua Scuola di Liberalismo per questo invito, e in particolare Quinto Leprai ed Enrico Morbelli. Io sono qui per sostituire all’ultimo momento il Prof. Carlo Lottieri che non è potuto venire. Non ne sarò minimamente all’altezza quindi vi prego di ricalibrare le vostre aspettative.

Per affrontare il tema della società aperta e il diritto, che è complesso, vorrei iniziare dalla seguente notizia di pochi giorni fa: «Alcune centinaia di taxi hanno bloccato lunedì mattina, dall’alba, le strade fra gli aeroporti Charles de Gaulle e Orly a Parigi per protestare contro il servizio di taxi privati Uber. Per disinnescare la tensione, il portavoce del ministero dell’Interno … ha annunciato che dal 1 gennaio il servizio sarà vietato per legge. “Il servizio è illegale”», ha detto.

La lezione di oggi sarà in gran parte dedicata a cercare di capire il significato di questo termine (“illegale”); la differenza di significato esistente fra esso e il termine “illegittimo”; e infine a dare alcuni spunti per riflettere sulle differenze fra una società basata sulla legalità e una basata sulla legittimità. Continue reading

Beppe Grillo e il reato di istigazione di militari

GIOVANNI BIRINDELLI, 10.2.2014

(Pubblicazione originale: L’Indipendenza)

Pare, dunque, che Beppe Grillo sia indagato a Genova per istigazione di militari alla disobbedienza. Non pensavo che ci sarebbe mai stata un’occasione in cui sarei stato solidale con Beppe Grillo. E invece i totalitari (di sinistra in questo caso) riescono a creare perfino questa occasione. Continue reading