La deriva anti-scientifica di H. H. Hoppe

GIOVANNI BIRINDELLI, 7.3.2019

(English Version here. Questo articolo è stato modificato l’8.3.19  [°]).

Salve Giovanni […] le chiedo la cortesia di commentare sul suo sito […] il recente articolo (*) di Hoppe sulla necessaria alleanza dei libertari con il populismo. Personalmente apprezzo il paleolibertarismo, ma credo che Hoppe abbia esagerato davvero nella sua accettazione di metodi autoritari (se non totalitari) nei confronti dei dissenzienti, siano essi culturali o politici. Sarebbe molto utile una sua critica ragionata. Grazie (Stefano)

Non credo che si tratti di esagerazione, ma di deriva anti-scientifica. Più precisamente, di un pensiero che, pur partendo da coerenti premesse scientifiche, nella sua applicazione pratica (strategica) le contraddice. E queste contraddizioni non riguardano un elemento accessorio ma le fondamenta stesse della scienza della libertà e di quella economica.

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La divergenza fra scienza e accademia nel campo delle scienze sociali

GIOVANNI BIRINDELLI, 8.7.2018

(Pubblicazione originale: Catallaxy Institute)

Un professore di economia di non so quale importante università scrive in un post: «Due decenni che ve lo ripeto: la micro e piccola impresa italiana va decimata se si vuole che il paese riparta. Si ritorna a crescere se e solo se le micro e piccole imprese vengono rimpiazzate da medie e grandi: più produttive, efficienti, innovative. E che pagano imposte!»

Questa riflessione, che si commenta abbastanza da sola, può essere uno spunto per discutere una questione più generale sulla quale, anche all’interno del piccolo gruppo di coloro che si riconoscono nella Scuola Austriaca di economia, si hanno opinioni diverse. Si tratta di una questione che, di per sé, ha ben poco interesse, ma che, in un’epoca caratterizzata, almeno in Occidente, dall’affermarsi di una nuova forma di “populismo” (cioè dell’ennesima forma di “rivolta delle masse” contro le élites in quanto tali), potrebbe avere qualche attualità.

La questione può essere posta nel modo seguente: è necessario conoscere la letteratura accademica sulla quale autorevoli professori basano le loro tesi per sostenere che quelle tesi (e le teorie che ne stanno alla base) sono delle castronate? Continue reading

Sulla “reduction ad Hitlerum”

GIOVANNI BIRINDELLI, 19.6.18

(Pubblicazione originale: Catallaxy Institute)

Per me, l’aspetto più ridicolo e comico di coloro che, da una prospettiva democratica, fanno accostamenti fra le politiche particolari degli attuali leaders ‘populisti’ e quelle del fascismo e/o del nazismo, non è l’oggettiva assurdità di questi accostamenti ma il fatto che chi li fa spesso non si rende conto di condividere (e anzi di difendere appassionatamente) la stessa idea astratta di “legge” e la stessa idea astratta di “uguaglianza davanti alla legge” che hanno consentito la legalità delle persecuzioni razziali, per dire.

Oggi, la “reductio ad Hitlerum” è ancora assurda e ridicola quando è riferita alle politiche particolari di questo o quel leader ‘populista’ (e non). Tuttavia, essa è scientificamente ineccepibile quando è riferita all’idea astratta di “legge” che sta alla base dello stato totalitario (dittatoriale o democratico che sia).

Il problema, naturalmente, non è questa o quella particolare forma di aggressione legale (statale), ma la possibilità stessa della legalità dell’aggressione in generale. E chi, specie se fieramente antifascista e antinazista, difende la legalità dell’aggressione in forme che a lui sembrano non solo meno gravi ma perfino “giuste” (per esempio nel caso dell’aggressione contro la proprietà in nome di concetti assurdi e/o totalitari come la “giustizia sociale” o l'”equità sociale”), non si rende mai conto che sta contribuendo ad asfaltare una strada che porta nella direzione di quelle altre forme di aggressione che lui, con la sua visione parziale, riconosce come tali: «Pochi sono pronti a riconoscere che l’avvento del Fascismo e del Nazismo non fu una reazione contro le tendenze socialiste del periodo precedente, ma una conseguenza necessaria di quelle tendenze. […] Molti di coloro che si ritengono infinitamente superiori alle aberrazioni del Nazismo e del Fascismo e sinceramente odiano tutte le loro manifestazioni, lavorano allo stesso tempo per ideali la cui realizzazione porterebbe direttamente all’aborrita tirannia» (F.A. Hayek, The Road to Serfdom).

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