Idee di legge e isolamento intellettuale nella resistenza allo stato

Intervento di Giovanni Birindelli a Interlibertarians 2016 – Lugano (Svizzera), 20.11.2016

 

Buongiorno. Vorrei ringraziare Interlibertarians per questo invito e per lo sforzo davvero straordinario che quest’anno è stato fatto nell’organizzazione di questo evento. Grazie in particolare agli amici Rivo Cortonesi, Leonardo Facco e Giorgio Fidenato. È una grande gioia per me essere qui. Il titolo del mio intervento parla di solitudine intellettuale: ecco, oggi la solitudine è la fuori, non qua dentro.

In questo intervento discuterò il tema della resistenza allo stato sul piano delle idee astratte di libertà.

Da sole, le idee non bastano a migliorare le cose. Le idee di libertà non sono mai un mezzo per resistere concretamente allo stato. Il mezzo è sempre e solo il mercato.

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Non è guardando alla Svizzera che riduciamo la coercizione che c’è in Italia

GIOVANNI BIRINDELLI, 17.6.2014

(Pubblicazione originale: Movimento Libertario)

In un interessante articolo, il bravo Guglielmo Piombini ha tessuto le lodi del sistema politico svizzero. Grazie anche alla decentralizzazione, a un ricorso ampio allo strumento referendario, alla competizione fiscale fra comuni e fra cantoni e a un’apertura resa necessaria dalle sue piccole dimensioni, in Svizzera il Leviatano è contenuto in uno spazio molto più ristretto di quanto lo sia in altri paesi europei (e in particolare nei più collettivisti fra questi come l’Italia). Di conseguenza, relativamente a questi paesi, i risultati economici della Svizzera sono naturalmente molto positivi.

Personalmente, tuttavia, pur riconoscendo tutti i vantaggi discussi da Piombini nel suo articolo, non considero la Svizzera una società libera. Nei limiti in cui l’obiettivo è ridurre il totalitarismo e avvicinarsi al proprio potenziale di crescita (e trascurando in questa sede per motivi di spazio la strategia del “votare con i piedi”), a mio parere è solo alla libertà che è necessario puntare, e a niente di meno. Questo non solo per motivi ideologici, ma anche per motivi strategici: nella loro astrattezza, gli ideali di libertà, se difesi in modo coerente, sono l’unica cosa che concretamente è in grado di contrastare la coercizione statale; e tanto maggiore è questa coercizione, tanto più fondamentale per ridurla è il ruolo giocato dagli ideali di libertà. Continue reading

La “terza via” è anche peggio del socialismo

GIOVANNI BIRINDELLI, 3.12.2012

(Original publication: Movimento Libertario)

I socialisti più pericolosi non sono quelli che difendono in modo esplicito il socialismo, ma coloro che dicono di rifiutarlo e auspicano una “via di mezzo” (o “terza via”) fra socialismo e società libera. Per semplicità chiamiamo questo tipo di totalitari, fra le cui fila ci sono molti sedicenti “liberali”, i socialisti “nascosti”. Ciò che distingue il socialista nascosto dal liberale non è necessariamente il fatto che, a certe condizioni, egli sia a favore di una qualche forma di redistribuzione delle risorse, ma il fatto che ritenga questa redistribuzione “giusta”. Continue reading