Follia collettiva, fiducia cieca nel socialismo e oblio

GIOVANNI BIRINDELLI, 8.6.2014

(Pubblicazione originale: Catallaxy Institute)

 

Il Sole 24 Ore, 5.6.2014 “La Banca centrale europea ha deciso una serie di misure per stimolare l’economia, abbassare la quotazione dell’euro e allontanare lo spettro della deflazione. [Fra queste sono inclusi il taglio del] tasso di riferimento dell’area Euro a 0,15% dal precedente 0,25 per cento. … lo stop alle operazioni di sterilizzazione dei titoli di Stato acquistati durante il piano Smp varato nel 2010 (il che equivale a immettere nuova liquidità nel sistema per circa 170 miliardi di euro) … acquisto di titoli Abs (Asset backed securities). Misura che lascia ipotizzare che la Bce ha intenzione di varare un piano di quantitative easing. … Il Fmi plaude all’azione della Bce. «Diamo il benvenuto» alle mosse della Bce e «siamo incoraggiati dal fatto che» il presidente Mario Draghi, «abbia detto che la Bce è pronta a fare di più se ce ne sarà bisogno». Lo afferma il portavoce del Fmi, Gerry Rice.” (Il Sole 24 Ore)

Ludwig von Mises, 1949: “Se le variazioni del potere d’acquisto della moneta prodotte dai cambiamenti della quantità di denaro effettuati dai governi risultassero solo in un trasferimento di ricchezza da alcune persone verso altre … sarebbe ovviamente fraudolento giustificarle sotto il pretesto del ‘bene comune’ o dell’ ‘interesse pubblico’. Tuttavia uno potrebbe comunque considerarle come misure politiche adatte a promuovere gli interessi di alcuni gruppi a scapito di altri, senza altre conseguenze negative. Tuttavia, ci sono ben altre cose in gioco…

Il favore delle masse, degli scrittori e dei politici in cerca di applausi va all’inflazione [cioè all’aumento della quantità di denaro, n.d.r.]. Rispetto a questo occorre enfatizzare tre punti.

Primo: le politiche inflazionistiche o espansioniste [come quelle annunciate dal governatore Mario Draghi questa settimana, per esempio, n.d.r.] producono necessariamente da una parte consumo eccessivo [rispetto alle proprie preferenze temporali, e quindi un livello di risparmio troppo basso, n.d.r.] e, dall’altra, investimenti non economicamente sostenibili [“malinvestment” – questi investimenti sono economicamente insostenibili a causa del fatto che le politiche espansionistiche producono tassi d’interesse che veicolano informazioni sbagliate riguardo alle preferenze temporali dei soggetti economici e quindi anche riguardo al livello di risparmi disponibili, la cui quantità è molto inferiore a quella segnalata dai tassi d’interesse resi artificialmente bassi da tali politiche, n.d.r.]. Queste politiche espansionistiche quindi dilapidano capitale e compromettono la possibilità di soddisfare bisogni nel futuro.

Secondo: il processo inflazionistico non rimuove la necessità di aggiustare la produzione e di riallocare le risorse. Si limita a posticiparla e quindi a renderla più gravosa [in altre parole, le politiche inflazionistiche non risolvono i problemi economici: li posticipano al prezzo di aggravarli sempre di più, n.d.r.].

Terzo: le politiche espansionistiche non possono essere impiegate come una politica permanente in quanto, se continuate, alla fine risulteranno in un crollo del sistema monetario [come è sempre successo in passato e come succederà di nuovo, inevitabilmente, a causa delle attuali politiche inflazionistiche: in questo caso probabilmente il primo tassello a cadere sarà il dollaro, n.d.r.]”. (Mises L., 2007 [1949], Human Action (Liberty Fund, Indianapolis), Vol. 2, pp. 431-432).

Sempre a proposito della mossa di Draghi volta a svalutare l’euro e ancora di più a proposito di quei cialtroni che vorrebbero tornare alla lira per essere liberi di svalutare la moneta ancora di più:

“Se un uomo non dispone del denaro necessario per comprare del pane da un suo vicino, il panettiere del villaggio, la causa non sta in una pretesa insufficienza della quantità di denaro [nel sistema economico, n.d.r.]. La causa sta nel fatto che quest’uomo non è riuscito a guadagnare il denaro necessario attraverso la vendita di prodotti o servizi per i quali altre persone sono disposte a pagare. La stessa cosa avviene nel caso del commercio internazionale. Un paese può essere in difficoltà a causa del fatto che non riesce a vendere all’estero tutti i beni e servizi che sarebbe necessario riuscisse a vendere per comprare tutto il cibo che i suoi cittadini vogliono. Ma questo non significa che la moneta nazionale non è abbastanza svalutata rispetto a quella estera. Significa che i cittadini sono poveri. E l’inflazione [l’aumento della quantità di denaro, una delle cui conseguenze è la svalutazione della moneta] non è certo un modo appropriato di rimuovere questa povertà” (Mises L., 2007 [1949], Human Action [Liberty Fund, Indianapolis], Vol. 2, p. 457).

Ogni quantità di denaro è ottimale: l’importante non è la quantità di denaro ma il fatto che non cambi arbitrariamente. Tuttavia, finché i sistemi politici saranno totalitari, cioè finché essi continueranno a essere basati sul positivismo giuridico, e soprattutto nelle “democrazie”, la quantità di denaro sarà continuamente aumentata, le crisi cicliche continueranno e saranno sempre peggiori. Una volta raggiunto il limite oltre il quale debito pubblico, inflazione e tassazione sugli “altri” non possono più spingersi, moltissime persone precipiteranno nella miseria.

Vedere una persona che chiede (o che vota per) un’ulteriore svalutazione della moneta è come vedere un drogato che chiede ancora maggiore eroina. La differenza è che, dove c’è il crimine del corso forzoso (reso possibile dal positivismo giuridico), l’eroinomane non si limita a subire le conseguenze delle sue azioni ma ricorre alla violenza dello stato per iniettare l’eroina a tutti, bambini inclusi. Al sentimento di compassione nei suoi confronti si aggiunge quindi quello di rabbia.

2 thoughts on “Follia collettiva, fiducia cieca nel socialismo e oblio

  1. Antonino Trunfio June 8, 2014 / 5:39 pm

    per certi post, come questo e non è l’unico, allo spazio per i commenti, andrebbe sostituito un campo ristretto denominato : “A BUON INTENDITORE”
    Quanto agli altri, quelli che non intendono, e non intenderanno, e sono un esercito serve null’altro che i produttori di ricchezza si sottraggano alla rapina e all’estorsione continuata, affinchè il botto finale arrivi prima e con le conseguenze che servono ai parassiti : desolazione e fame.

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