Anarcocapitalisti e miniarchici

Il commento di un “lettore per caso” a un recente articolo esprime una confusione che è estremamente comune fra i nemici della libertà. Per questo, ho pensato che potesse essere utile riportarlo qui insieme alla mia risposta. In questo modo, quando qualcuno mi muove queste obiezioni posso rimandarlo a questo articolo invece che ogni volta dover ricominciare daccapo a ripetere le stesse cose.

Ciao, premetto che parlo solo per me, non voglio mettere in bocca ad altri parole mie. Secondo me questa epidemia ha avuto come aspetto ‘positivo’ il distinguere nettamente tra anarcocapitalisti e minarchisti. Da quel che scrivi suppongo tu sia un anarcocapitalista e, scusa la franchezza, ma penso che come tutti gli anarcocapitalisti hai la testa un pò tra le nuvole :-). Il ‘bene pubblico’ secondo me esiste. Da che mondo è mondo le società esistono ed esisteranno sempre. E’ il principio di non aggressione che non esiste. Tra società vale il principio dell’equilibrio del terrore. Capisco che l’anarcocapitalismo ha il suo fascino, distingue nettamente tra i buoni ed i cattivi (le tasse sono un furto, i miei diritti ‘naturali’ etc), ma nella vita reale le cose non sono così semplici. In conclusione, per non farla lunga: secondo me la coabitazione tra anarcocapitalisti e minarchisti non è possibile e quindi è utile che ognuno vada per la sua strada, senza bisogno di reciproche scomuniche“.

La distinzione netta fra anarcocapitalisti e miniarchici non è un prodotto della pandemia, ma della logica (e quindi precede di molto la pandemia). Questa distinzione è un aspetto di quella più generale fra chi ha un approccio logicamente coerente alla libertà (e all’economia) e i collettivisti.

Lei scrive che “il bene pubblico secondo me esiste”. Tuttavia, non ne ha nemmeno accennato una definizione; né ha sostenuto questa sua tesi con uno straccio di argomento (tanto meno uno logico). La ragione per cui il “bene pubblico” non può logicamente esistere è che il bene, in quanto bene, ha valore (altrimenti non avrebbe senso perseguirlo). Tuttavia, da Menger in poi, è stato scientificamente dimostrato che il valore è solo soggettivo. Dalla soggettività del valore segue logicamente che il “bene pubblico” (cioè un bene che è tale per la collettività invece che per l’individuo) è una superstizione religiosa: oggettivamente, scientificamente senza senso.

Lei scrive che “il principio di non aggressione non esiste”. Anche di questo non ha nemmeno accennato una definizione né ha sostenuto questa sua tesi con uno straccio di argomento. Il principio di non aggressione (NAP) è l’unica regola coercitiva di comportamento che è logicamente compatibile col principio (anch’esso logico) di uguaglianza davanti alla legge. In questo senso, è una legge naturale: “naturale” in quanto non arbitraria (la logica non è un’opinione). Quindi il NAP esiste perché esiste il principio di uguaglianza davanti alla legge. Il NAP esiste non solo in teoria, come concetto astratto, ma anche in pratica. Bitcoin rispetta il NAP, il denaro di stato no. Un semplice scambio volontario rispetta il NAP, una qualsiasi “legge” positiva che lo ostacola o che lo regola no.

Lei scrive, con l’altezzosità tipica di chi non ha familiarità con la metodologia delle scienze sociali (in particolare, la scienza della libertà e quella economica), che “nella vita reale le cose non sono così semplici” [come le immaginano coloro che conoscono il NAP]. Questo è appunto l’errore tipico di chi non ha capito la funzione dei principi scientifici (che per loro natura tendono a essere semplici) e il loro rapporto con la realtà (che per sua natura tende a essere complessa). Il principio della forza di gravità (F=m*g) è molto semplice, tanto che può essere espresso da una formuletta di soli tre caratteri. Tuttavia, se si lascia cascare una piuma per terra in un campo aperto, la descrizione del moto di quella piuma è infinitamente più complessa in quanto occorre tenere conto del vento, della temperatura, della forza di Coriolis, etc. Questa complessità, il fatto che “la realtà sia molto più complessa” dell’ambiente in cui la legge di gravità può essere osservata semplicemente nella sua purezza, significa forse che la formula F=m*g non è valida? Oppure che essa non si applica alla piuma? No, naturalmente. Il principio scientifico non solo resta valido ma gioca un ruolo fondamentale nel moto della piuma. La complessità della situazione reale non altera di una virgola né la validità del principio né il ruolo che esso svolge nel moto della piuma in un ambiente complesso. Nelle scienze sociali, in cui non possono essere fatti esperimenti di laboratorio ma in cui c’è l’introspezione resa possibile dal fatto che l’osservatore è anche allo stesso tempo oggetto di osservazione, la complessità della realtà è infinitamente maggiore di quella delle scienze naturali. Tuttavia, la validità dei principi scientifici delle scienze sociali (che è data dalla deduzione logica a priori, e solo da questa), non è minimamente ridotta dalla complessità della realtà. Al contrario, la semplicità di un principio scientifico è in genere un segno esteriore della sua validità (https://catallaxyinstitute.wordpress.com/2016/03/24/il-ruolo-della-bellezza-nella-scienza-2/).

La ragione per cui i nemici della libertà (i collettivisti: siano questi nazisti, comunisti, miniarchici, socialdemocratici o altro) tendono a vedere nella semplicità dei principi scientifici un segno di debolezza invece che di forza (“nella vita reale le cose non sono così semplici”) è che, non avendo familiarità con la metodologia scientifica, ragionano per “end states” (cioè per situazioni), invece che per processi. Se qualcuno parla loro del principio di non aggressione, essi lo vedono come “inesistente” perché non esiste alcuna società che è governata puramente da esso (mentre è possibile osservare che le società sono governate dal positivismo giuridico). In altre parole, perché il principio di non aggressione non si vede (può essere dedotto solo logicamente), mentre un Dpcm si vede scritto nero su bianco. Tuttavia, queste persone confondono il principio di non aggressione con la sua sovranità. La sovranità del principio di non aggressione non esiste e forse non potrà mai esistere (così come non esiste una situazione all’aperto in cui una piuma può cadere a terra senza che il suo moto si disturbato da altre forze oltre a quella di gravità). Questo, tuttavia, non solo non significa che il principio di non aggressione non esista ma sottolinea il ruolo del NAP in quanto principio scientifico: questo ruolo è quello di indicare la direzione di un processo, non quello di governare una situazione. La libertà (intesa come la sovranità completa del NAP) non esiste nella realtà e forse non esisterà mai: esiste solo un avanzamento verso di essa o un allontanamento. Questo avanzamento è possibile solo se la direzione è conosciuta e riconosciuta, quindi perseguita. Chi nega l’esistenza stessa della direzione ignora la metodologia scientifica e nega la logica. Egli quindi è indistinguibile, sul piano del paradigma scientifico, dai collettivisti. Come loro, è un nemico della libertà: nega la libertà perché non riesce a comprenderla e perché, ragionando per situazioni, non riesce a capire che, sul piano concreto, la libertà può essere solo la direzione di un processo, non una situazione.

In conclusione, concordo con lei: “la coabitazione tra anarcocapitalisti e miniarchi[ci] non è possibile”, per le stesse ragioni per cui non è possibile la coabitazione fra rispetto del principio di uguaglianza davanti alla legge e sua violazione, quella fra logica e superstizione, quella fra divieto dell’aggressione e sua giustificazione arbitraria e selettiva. E’ quindi giusto che, come scrive lei, “ognuno vada per la sua strada”: la strada degli anarcocapitalisti è quella del metodo scientifico e della coerenza logica; quella dei collettivisti è quella della contraddizione e della superstizione.

7 thoughts on “Anarcocapitalisti e miniarchici

  1. Francesco Lupetti January 26, 2022 / 6:46 pm

    Come sempre Grandissimo Giovanni, un saluto.

  2. Giacomo Testa January 26, 2022 / 7:45 am

    Giusto per capire, secondo il principio di non aggressione, come dovrebbero comportarsi gli abitanti di Taiwan nei confronti dell’aggressione da parte della Cina?

    • Lorenza January 28, 2022 / 6:30 pm

      Il libertarianismo è una teoria di legge. Non ti dice come devi reagire. Caso mai ti aiuta a vedere chi è l’aggressore e le catene che indossi diventano apparenti.

      • Giacomo Testa January 30, 2022 / 9:04 am

        Secondo me abbiamo tutti un rifiuto completo ad ammettere che non siamo solo degli aggrediti, ma anche degli aggressori.

        La verità è che non siamo poi così buoni come ci piace pensare. All’interno del proprio gruppo valgono le regole di buon comportamento, verso gli altri gruppi vale la legge del più forte, che ci piaccia o meno.

        Per chiarire: l’Iraq non è riuscita a convincerci che non conveniva ammazzare qualche centinaia di migliaia di iracheni per ottenere il controllo del petrolio e quindi abbiamo ammazzato qualche centinaia di migliaia iracheni e ci siamo presi il petrolio. (a questo link ho provato a spiegare meglio il mio pensiero https://catallaxyinstitute.wordpress.com/2022/01/21/lettera-a-un-amico/#comments).

    • antoninotrunfio January 29, 2022 / 4:56 pm

      Credo che la risposta a questa domanda, è possibile solo se si risponde alla domanda precedente: come è possibile che vi sia un “soggetto” (uno stato chiamato Cina con una potenza gigantesca nella fattispecie) che pu aggredire un altro “soggetto (un piccolo stato Taiwan) senza subire conseguenze e senza che vi siano limiti all’arbitrio della Cina di aggredire Taiwan

      • Giacomo Testa January 30, 2022 / 8:53 am

        Secondo me è possibile perchè è scritto nei nostri geni. Siamo animali sociali e, che ci piaccia o meno, facciamo tutti parte di qualche gruppo ed il gruppo più forte, da che mondo è mondo, domina sul gruppo più debole. L’unica soluzione per evitare scontri tra gruppi è l’equilibrio del terrore. Per evitare l’equilibrio del terrore sulla terra ci vorrebbero degli extraterrestri che ci minacciassero. All’istante ci riuniremmo in un gruppo mondiale, per cercare di instaurare un equilibrio del terrore con gli extraterrestri.

  3. MIke January 25, 2022 / 2:48 pm

    Meraviglioso!

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